A volte costringono i papà a dormire in auto perché non hanno i soldi per pagare un affitto, altre volte li portano in fila alle mense della Caritas perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. Secondo l’Eurispes nell’80% dei casi quello che resta dello stipendio non è sufficiente per vivere. E pensiamo cosa succede a chi ha un lavoro precario oppure è disoccupato. Alla base di tutto questo c’è un aspetto che a nostro avviso viene sottovalutato. Ci riferiamo alle sentenze dei giudici. Nelle cause di separazione i padri soccombono praticamente sempre. Le statistiche parlano in maniera inequivocabile, il dato si attesta sul 94% dei casi. Il messaggio che si vuol far passare è quello dell’affido condiviso, ma in realtà la situazione che scaturisce dalla separazione ricade tutta sulle spalle dei padri. Sono loro che si ritrovano a doversi fare carico di pesi spesso insostenibili. E attenzione, non bisogna pensare solo all’aspetto economico, ma anche a quello psicologico.
Anche il rapporto con i figli stabilito dai giudici, infatti, alla fine è a senso unico, si apre un canale preferenziale con la madre a discapito del padre, alla fine ridotto ad un bancomat per far fronte alle varie spese. La situazione è grave ed allarmante. Fortunatamente ora se ne parla di più, ma a nostro avviso ancora meno rispetto a quanto merita un tema del genere. Serve più attenzione. C’è bisogno di una presa di coscienza della difficilissima, ed a volte drammatica, situazione che coinvolge i padri separati e di un trattamento finalmente equo e giusto, non più a senso unico”.