I magistrati amministrativi d’appello, dunque, confermano la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, ritenendo corretta la tesi del Comune: “Il legislatore regionale ha previsto che il cambio di destinazione d’uso dell’immobile sia ammissibile – ha motivato il Consiglio di Stato – solo allorquando sia proposto a favore di destinazioni che, benché non produttive, siano compatibili e complementari rispetto alla destinazione originaria del fabbricato”.
Il progetto prevedeva la demolizione di alcuni manufatti ancora presenti nell’area e la costruzione di un edificio di 12 piani (non più di 15 come nel “disegno” originario) oltre il piano pilots uno spazio aperto tra il piano terreno e il primo pian nel quale sono presenti i pilastri in cemento armato con funzione di sostegno dell’edificio) e quello interrato, con cambio di destinazione dall’uso da produttiva a residenziale, e la sistemazione dell’intera area.
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