L’allarme è scattato poco prima delle 10 e 45 quando una persona del posto che ha assistito alla scena ha prontamente allertato i soccorsi. Dalla base di Pontecagnano si è alzato in volo l’elicottero Drago55 dei vigili del fuoco, giunto sul posto per cercare di sollevare il ferito mediante verricello per il trasporto immediato in ospedale. Ma le difficoltà dovute alla notevole altezza per l’impossibilità del velivolo a entrare nell’insenatura, hanno richiesto l’intervento via mare. La motovedetta della Guardia costiera di Amalfi non ha potuto raggiungere il bagnasciuga: il ferito, sempre cosciente, con dolori lancinanti soprattutto agli arti superiori e inferiori e ferite lacerocontuse – opportunamente medicate dagli operatori sanitari giunti sul posto -, è stato trasferito a bordo di un gommone della Guardia di Finanza al molo Darsena di Amalfi. Qui, ad attenderlo, un’ambulanza del 118 che lo ha condotto al vicino pronto soccorso di Castiglione. Gli esami strumentali a cui è stato sottoposto il giovane americano, R.G.C., classe 2002, hanno evidenziato contusioni craniche, ferite profonde con fratture al gomito destro e alla rotula della gamba sinistra. Inoltre fratture al primo e a quarto metatarso del piede sinistro. Il malcapitato è stato poi trasferito, nel tardo pomeriggio, a bordo di un’ambulanza di tipo A, presso l’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno.
Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Amalfi agli ordini del capitano Alessandro Bonsignore i quali hanno posto a sequestro l’attrezzatura in dotazione al parapendista (di sua proprietà) e la microcamera con cui ha filmato tutta la discesa, dal momento del lancio, avvenuto dal promontorio di Agerola, fino allo schianto. Stando a quanto appreso, l’improvvido, che non aveva alcuna autorizzazione al volo (in costiera due sono i punti di lancio, il Monte Faito e il Falesio, previa autorizzazione del Parco dei Monti Lattari) avrebbe tentato una manovra estrema, cercando di passare, col suo paracadute da lancio pilotabile, al di sotto del ponte del fiordo. Un punto da sempre amato da chi pratica sport estremi.
Sarebbe stata una manovra errata, un leggero urto della vela o dei fasci funiculari, o le non perfette condizioni aerologiche, a provocare la perdita di controllo e l’entrata in mare del giovane prima dello schianto contro la parete rocciosa di sinistra, al di sotto del grappolo di antiche casupole. Proprio l’entrata in acqua avrebbe rallentato la corsa incontrollata, attutendo l’impatto.
A volte riporre eccessiva fiducia nelle proprie capacità può giocare brutti scherzi. E può portare, per imprudenza e incoscienza, anche a commettere errori di valutazione tali da mettere a rischio la propria vita. Non è il primo e purtroppo non sarà neanche l’ultimo episodio di questo genere.
Fonte Quotidiano della Costiera