C’è Fabio Liverani nei pensieri e nella lista del direttore generale granata, ferito e trafitto al cuore dalla lancinante e mortificante sconfitta contro l’Empoli (tre gol dei toscani arrivati all’Arechi con l’attacco meno prolifico della serie A) ma che col cuore e la mente è convinto che l’utopica rincorsa possa ancora tramutarsi in salvezza reale. C’è da salvare la serie A, ma c’è comunque e innanzitutto da salvare la faccia, l’onore, la maglia della Salernitana. Non si arrende, non si dà per vinto, non accetta la resa incondizionata, vuole giocarsela dando battaglia sino all’ultimo rintocco delle lancette di un campionato disgraziato. Non si è arreso nei giorni complicati di mercato nel corso dei quali ha dovuto fare i salti mortali tra gli obblighi imposti dall’indice di liquidità, i rialzi di calciatori, mediatori e procuratori e l’esigenza di abbassare il monte ingaggi, giorni nei quali chi l’ha osservato da vicino l’ha definito “un autentico extraterrestre”, e non si è arreso neppure dopo la quarta sconfitta casalinga consecutiva della Salernitana, la quindicesima in 24 gare di campionato, una sconfitta accompagnata dai fischi e dallo sconforto della tifoseria, una sconfitta commentata con la solita surreale visione dall’allenatore che in sedici gare al timone ha raccolto due vittorie, quattro pari e dieci sconfitte.
Fonte Storiesport.it
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