Nel decreto Milleproroghe, quindi, entra l’attesa riapertura dei termini della rottamazione quater, con una proroga più estesa rispetto alle ipotesi circolate: si parlava del 28 febbraio, invece un emendamento dei relatori fissa al 15 marzo il differimento del termine per pagare non solo la prima e seconda rata, scadute rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre 2023, ma anche la terza, in scadenza il 28 febbraio
Al nuovo termine del 15 marzo 2024, inoltre, si applica la tolleranza di 5 giorni. Il versamento integrale delle rate entro la nuova scadenza, quindi, salva il contribuente che, per il “mancato, insufficiente o tardivo versamento” entro i precedenti termini, sarebbe decaduto dalla definizione agevolata
La nuova proroga viene rivendicata dalla Lega, che assicura: non è “un condono”, ma va incontro “alle necessità dei cittadini che vogliono pagare le imposte”. La proroga vale anche per le popolazioni dell’Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche colpite dalle alluvioni nel maggio 2023
È la seconda volta che si concede una finestra per la rottamazione quater: il decreto anticipi, infatti, aveva già consentito il pagamento entro il 18 dicembre 2023. A quest’ultima rottamazione delle cartelle hanno aderito circa 3 milioni di contribuenti e con i versamenti delle prime due rate, secondo i dati forniti nei giorni scorsi dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, sono stati incassati 6,8 miliardi
Mano tesa anche per chi ha commesso qualche errore nelle dichiarazioni fiscali. I relatori, infatti, propongono una riapertura del ravvedimento speciale, che consente di rimettersi in regola pagando una cifra molto ridotta (importo, interessi e sanzioni sono ridotte a 1/18 del minimo)
L’istituto del ravvedimento speciale, nell’emendamento, viene esteso al periodo d’imposta 2022 (quindi le dichiarazioni del 2023), con il pagamento entro il 31 marzo 2024 “in un’unica soluzione o in quattro rate”. L’incasso stimato nel 2024, si legge nella relazione tecnica, è di circa 40,4 milioni
Come detto, la riapertura della tregua fiscale è nel decreto Milleproroghe. La parte che riguarda il fisco è la più grossa, ma ci sono anche altre misure. Il pacchetto di 17 emendamenti depositato alle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera spazia dai bagnini alle assemblee societarie, fino allo sconto sulla spending review delle Regioni. Con una riformulazione del governo a una serie di proposte bipartisan, poi, c’è il rifinanziamento del Fondo contro l’anoressia: sarà solo per il 2024 e ammonta a 10 milioni di euro
Tra le modifiche, quindi, spunta anche lo sconto per le Regioni sulla spending review: il contributo a loro carico quest’anno è ridotto di 45 milioni, a 305 milioni, coperto con una riduzione del fondo per le attività nucleari residue. Inoltre, le agevolazioni sui mutui per la prima casa degli under 36 saranno riconosciute anche a chi ha firmato entro il 31 dicembre 2023 solo il contratto preliminare, purché il rogito avvenga entro fine 2024
Sul fronte proroghe, c’è lo slittamento al 30 aprile della possibilità di svolgere assemblee societarie in modalità telematica, l’estensione a tutto il 2024 degli incentivi per le persone disabili, il rinvio di 6 mesi delle elezioni per l’Ordine dei giornalisti, la proroga dal 31 marzo al 30 giugno dell’entrata in vigore del decreto sulla formazione dei bagnini. L’emendamento per rinviare l’entrata in vigore del regime Iva per il Terzo settore per ora è accantonato. Si lavora per definire l’esenzione dell’Irpef per gli agricoltori annunciata dal governo