La politica estera di Silvio Berlusconi (di Cosimo Risi)

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Qui appresso lo stralcio della mia intervista ad una rivista specializzata sulla politica estera italiana degli ultimi anni. L’intervista riguarda l’attività di Silvio Berlusconi, il più longevo

Presidente del Consiglio della storia repubblicana, ed in particolare sul cosiddetto spirito di Pratica di Mare.

Il 28 maggio 2002, a Pratica di Mare, la base dell’Aeronautica Militare a sud di Roma, Silvio Berlusconi favorì l’incontro fra il Presidente americano George W. Bush ed il Presidente russo Vladimir Putin per  imprimere una svolta ai rapporti NATO – Russia e suggellare la fine della Guerra fredda.

Domanda: Le colonne della politica estera berlusconiana sono filoatlantismo, filoisraelismo, rapporti privilegiati con gli uomini forti eurasiatici e del Mediterraneo (l’orticello delle amicizie berlusconiane). È d’accordo?

Il filoamericanismo (e quindi il filoatlantismo) di Berlusconi si fonda sull’ottimo rapporto personale che ebbe con alcuni presidenti americani, in primis George W. Bush, assai vicino alle sue corde politiche in quanto repubblicano. La sua amicizia nei confronti di Bush, Berlusconi la dimostra aderendo al progetto della “coalizione dei volenterosi” per rovesciare il regime di Saddam Hussein in Iraq.

Il filoisraelismo è, in un certo senso, una conseguenza del filoamericanismo. Non si può d’altronde  negare la sostanziale affinità politica di Berlusconi con alcuni leader israeliani come Benjamin Netanyahu. Altro grande amico di Berlusconi fu Vladimir  Putin:  fu proprio tentando di fare valere la sua amicizia che il leader di Forza Italia cercò una mediazione col Presidente russo  all’inizio della guerra ucraina.  Nel 2022 peraltro Berlusconi non aveva più cariche istituzionali.

Domanda: Chi è stato il vero ispiratore della politica estera italiana ai tempi di Berlusconi? Qual è il titolare della Farnesina berlusconiano che pensa abbia lasciato l’impronta maggiore nella storia della politica estera italiana?

Il vero protagonista della politica estera berlusconiana fu Berlusconi stesso. Per molto tempo  ebbe  l’interim della Farnesina. Nessuna deriva autocratica, naturalmente. Quella del capo del governo di accentrare su di sé le responsabilità fondamentali della politica estera è una tendenza che, dal Trattato di Lisbona in poi, è diventata in Europa una prassi consolidata. Grazie alla formalizzazione del Consiglio europeo come istituzione a tutti gli effetti. Tra i Ministri che si sono succeduti alla guida degli Esteri in epoca berlusconiana il più longevo, dopo lo stesso Presidente del Consiglio, fu Franco Frattini.

Domanda: Che cosa ha rappresentato davvero Pratica di Mare?

Pratica di Mare fu un momento, nella politica internazionale, irripetibile e non ripetuto. Putin cercava una sponda in Europa e in Occidente perché la sua Russia all’interno era alquanto ingovernabile.  Berlusconi  vantava  ottimi rapporti  sia con Bush che con Putin. Colse la palla al balzo per una grande iniziativa di distensione post-guerra fredda. In quella base laziale, portò Russia e Nato a formare un partenariato per la pace. Avrebbe potuto essere la premessa – e la promessa – di una progressiva integrazione della Russia post-sovietica nell’orbita Nato, se Berlusconi fosse riuscito anche a compiere il miracolo di mantenere inalterata nel tempo la fiducia tra le due parti. Così non è stato: si veda l’aggressione all’Ucraina e la guerra che supera ormai i due anni con disastri immani.

La guerra in Ucraina ed il conflitto a Gaza sono prove durissime per l’Unione europea. Siamo chiamati a fronteggiare le crisi internazionali mentre il dibattito interno si attarda in schermaglie fra gli stati membri e fra i gruppi d’interesse. La sfasatura fra quanto accade nel mondo e quanto accade a Bruxelles compromette l’efficacia della nostra azione esterna. Più che di iniziative personali, per quanto lodevoli, l’Unione ha bisogno di una strategia collettiva da attuare con tutti i mezzi a disposizione, nessuno escluso.    Ha bisogno di una politica attiva di sicurezza e di difesa.

di Cosimo Risi

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