È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Horizon”, l’organo ufficiale della Direzione generale Ricerca e Innovazione della Commissione europea, lo studio condotto dalla Fondazione Ebris nell’ambito del progetto “Gemma” relativo alla correlazione tra i microrganismi nell’intestino umano e i disturbi dello sviluppo neurologico.
Il progetto GEMMA si propone di comprendere i meccanismi di sviluppo dell’ASD (Disturbi dello spettro autistico), spiegando i motivi per cui alcuni bambini manifestano l’autismo e altri no.
Tra i fattori che predispongono a tali disturbi rientra la familiarità (ossia avere un fratello/sorella con autismo), ma non è certo l’unico fattore a determinare l’ASD. Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, è gestito da un’equipe internazionale.
Lo studio, come evidenziato dal professor Fasano nell’intervista rilasciata a Horizon, ha coinvolto circa 500 neonati, di età compresa tra zero e 36 mesi e fratelli di bambini con autismo. È stato riscontrato che un’alterazione del microbioma intestinale (il complesso insieme di microrganismi che risiede nel tratto intestinale di ogni individuo), se associata ad alti livelli di infiammazione e di stress ossidativo, gioca un ruolo importante nell’insorgenza dell’autismo.
“Il team sta monitorando, tra le altre cose, il contenuto microbico delle feci dei neonati”, si legge nell’intervista in lingua inglese presente sul sito di Horizon.
“È noto che una composizione equilibrata di batteri nell’intestino mantiene l’integrità della parete intestinale. I disturbi gastrointestinali, che vanno dai crampi allo stomaco alla diarrea, sono particolarmente comuni nelle persone con autismo. Inoltre, la condizione è spesso associata a uno squilibrio dei microbi intestinali: le persone con autismo hanno una minore diversità microbica e un rapporto più elevato tra batteri dannosi e batteri sani. GEMMA mira a ripristinare l’equilibrio del microbioma e a riparare la barriera intestinale trovando un trattamento che contenga batteri sani, noti come probiotici, insieme ai prebiotici – fibre non digeribili che stimolano la crescita di batteri sani”.
“Questo potrebbe essere un nuovo approccio per migliorare sia i problemi intestinali, così comuni nei bambini con autismo, sia i sintomi comportamentali”, ha affermato infine il professor Fasano.
Commenta