La mostra propone una selezione di quaranta opere tra disegni, incisioni e acquerelli, realizzati dall’artista tra gli anni di formazione e l’attualità, cioè dalla fine degli anni Sessanta caratterizzati dallo studio della figura umana ai recenti, in particolare quelli dedicati alla pandemia COVID19, unitamente agli scorci di vita quotidiana nei quali realtà e immaginazione sembrano non avere confini.
“Sono particolarmente soddisfatto – rileva Franco Alfieri Presidente della Provincia – per l’intensificarsi delle manifestazioni, delle esposizioni d’arte contemporanea e degli eventi culturali che la Provincia di Salerno, in questi ultimi anni ha proposto, con una forte attenzione ai tantissimi centri della nostra provincia. Maggiore soddisfazione è l’apertura al dialogo che vede coinvolti artisti campani, segno di quanto le proposte siano attente ad aprire continui confronti e dialoghi, com’è per questa mostra dedicata all’artista casertano Raffaele Bova, certamente una delle figure note della scena artistica italiana degli anni Ottanta e Novanta”.
“Sfogliando l’ampio repertorio di disegni, di incisioni, di monotipi realizzati da Raffaele Bova, nel corso della sua lunga carriera artistica, all’incirca sessant’anni – scrive Massimo Bignardi nel catalogo della mostra pubblicato da Gutenberg Edizioni – il dato che salta all’occhio è un palese realismo che, anche nelle pagine dalle quali affiorano indizi di una forte astrazione, non perde mai il senso pieno del reale. Ma per essere vicini o prossimi a tale stato interiore, c’è bisogno di aver educato bene la mano al disegno dal vero, perché, osserva ancora Valéry, tale pratica «conferisce all’occhio un certo comando alimentato dalla nostra volontà. Bisogna qui volere per vedere e una tale vista voluta ha il disegno per scopo e insieme per mezzo.»
Se poniamo a confronto uno dei numerosi disegni, resi con matita grassa che danno vita al ciclo “Spaventapasseri”, realizzato da Bova nella prima metà degli anni Novanta, con le opere pittoriche dello stesso periodo, ci possiamo render conto di come il vedere, comprendere l’oggetto, il luogo che lo accoglie, con esso il vento, la prospettiva, nonché le materie delle vesti, la paglia, l’ironia del personaggio, abbia influito sull’’immaginazione dettando un ulteriore sguardo, poi ricomposto dal colore sulla tela.
Il disegno è, dunque, il primo impatto che l’artista ha con il mondo, ovvero l’avvio di quell’inventario illimitato del visibile che ogni opera porta con sé.”
“Raffaele Bova è un assiduo disegnatore – rileva Ferdinando Creta –, almeno lo è da quando lo conosco. Con questo voglio dire che la pratica del disegno è come annotare sul notebook, pagine di un vero e proprio diario. Prendiamo per esempio le ultime serie di disegni e di acquerelli, dedicati dapprima ai venditori di cappelli, solitamente extracomunitari, che oramai da decenni attraversano in lungo e in largo, la scena estiva delle nostre spiagge.[…] In fondo, il suo andar per segni, il suo disegnare con un tratto, oppure con la punta in acciaio che scava la traccia all’acido, non è altro che una prova, una messa in prova di continui tentativi di dialogo con quanto lo circonda. L’album, i fogli da disegno non sono, quindi, altro che pagine di quel diario al quale facevo accenno: un diario del vivere nel quotidiano che, per lui, è stato sempre il sociale”.
La mostra resterà aperta fino a venerdì 29 marzo
Orario della mostra: aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 15.00