Il presidente ha sottolineato che in una regione dove ben 12.000 lavoratori del settore culturale si trovano nell’impossibilità di pianificare il proprio lavoro e dove le istituzioni democratiche sembrano essere diventate inefficaci o addirittura discriminanti, è necessario agire con determinazione. Ha esortato gli ascoltatori a farsi sentire e ad assumere una posizione attiva, incluso il ricorso alla protesta pubblica.
De Luca ha richiamato alla memoria il periodo del fascismo in Italia, sottolineando che, pur non essendo in una situazione così estrema, quando si verifica una forma più subdola di ricatto che limita le opportunità di lavoro, il risultato è lo stesso: o ci si sottomette o le risorse necessarie non arrivano. Tuttavia, ha sottolineato con fermezza che la Campania non si piega, nonostante la pressione e il ricatto impliciti.
Ha denunciato l’inattività delle istituzioni o i tentativi di ricatto, affermando che combattere è essenziale per garantire la libertà e la dignità di uomini e donne. Ha evidenziato l’impegno della regione nel cercare di ottenere le risorse necessarie per creare opportunità di lavoro e ha sottolineato l’importanza di perseguire questa causa con determinazione e coesione.
“Novant’anni fa, in Italia -chi voleva lavorare doveva prendersi la tessera del partito fascista. Non siamo in questa condizione. Ma quando in maniera soft, ipocrita, si mette in piedi un ricatto rispetto alla possibilità di lavorare, si fa della in sostanza la stessa cosa: o accettate di piegare la testa, o non arrivano le risorse. La Campania non piega la testa. Quando hai le istituzioni che dormono, o tentano di ricattarti, si deve combattere se vogliamo essere donne e uomini liberi ed è quello che abbiamo fatto per sollecitare le risorse che ci consentono di creare lavoro”, l’atto d’accusa di De Luca.
Nelle scorse ore il governatore ha chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale vuole illustrare i motivi della protesta.
“Siamo in un Paese nel quale la libertà costa. Senza uomini e donne libere, la democrazia non vive. Oggi noi stiamo entrando in un clima di indifferenza; davvero è a rischio la democrazia. State attenti”, il monito indirizzato alla platea degli studenti salernitani del liceo.