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Legambiente, dossier eolico, il vento soffia forte in Campania

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Il vento soffia particolarmente forte al Sud-Italia, che ospita sul proprio territorio il 96% della potenza totale italiana, con Puglia, Sicilia e Campania in testa. Vento rinnovabile che la fa da padrone in Campania portando con sé il potenziale per un nuovo cambiamento energetico, economico, paesaggistico e sociale. La Campania è stata pioniera nel campo dell’energia eolica: i primi impianti sono stati installati proprio qui, nella provincia di Benevento, durante la metà degli anni ’90. Nel 2022 è la terza regione in Italia per potenza installata, con i suoi oltre 1,87 GW, e rappresenta addirittura la seconda per produzione annua, grazie ai 3,4 TWh di energia elettrica prodotta. Numeri importanti che vedono la Campania come territorio di punta nel comparto eolico che, grazie alle sue numerose installazioni contribuisce per oltre il 15% all’intera produzione eolica nazionaleUn’evoluzione graduale e costante. Dal 2000 (anni a partire dal quale disponiamo di dati reperibili da Terna) al 2022, si è passati da appena 206 MW a oltre 1800. Un incremento di oltre il 700%.

Legambiente Campania ha presentato stamattina il dossier “Qual buon vento, durante la seconda Edizione del Forum Eolico, che si è svolto ad Avellino con il Patrocinio di ANEV e del Comune di Avellino.

Al 2022, in Campania sono presenti 635 impianti da energia eolica (+2% rispetto scorso anno), con una potenza efficiente lorda pari a 1,87 GW e una produzione di energia pari a 3,4 TWh/anno. L’eolico è la tecnologia rinnovabile elettrica con maggiore potenza installata sul territorio campano: rappresenta il 54,1% del totale, seguito da fotovoltaico, idroelettrico e bioenergie, rispettivamente con 29,3%, 9,7% e 7 %. L’eolico in Campania è primo in Campania anche per produzione di energia elettrica da FER: con un valore pari al 56,7% del totale, è poi seguito dal solare fotovoltaico (18,1%) dalle bioenergie (17,2%), e dall’idroelettrico (8%).

Su un totale di 78 comuni in Campania coinvolti da installazioni di eolico (erano 59 nel 2021), le protagoniste sono le province di Benevento e Avellino, che coprono più del 65%. Nello specifico, i comuni delle province di Avellino e di Benevento costituiscono il 37% e il 31% del totale, seguiti da quelli di Salerno con il 26%, Caserta con il 5% e Napoli con l’1%. I comuni con la maggiore potenza installata in termini assoluti risultano essere Bisaccia Lacedonia in provincia di Avellino, con circa 250 e 205 MW, e Foiano di Val Fortore in provincia di Benevento con circa 223 MW.

Il terreno è fertile e oggi la Campania è un modello virtuoso nel settore delle rinnovabili – ha commentato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – ma per andare più veloce verso il dimezzamento delle emissioni e poi la neutralità climatica abbiamo bisogno di accelerare. Insieme a ANEV abbiamo chiesto al Governo Meloni di accelerare sullo sviluppo e la diffusione delle rinnovabili, a partire dall’eolico a terra e a mare, con proposte concrete come adeguare la normativa e le linee guida sulle FER per accelerare i processi autorizzativi e renderli più trasparenti e certi nei tempi; prevedere processi di partecipazione e di ascolto per la realizzazione degli impianti; definire le aree idonee in modo funzionale agli obiettivi da raggiungere al 2030; introdurre una cabina di regia per la presentazione e la realizzazione degli impianti. Da qui ai prossimi anni – conclude Imparato – è acquisito che ci saranno grandi trasformazioni degli impianti esistenti con le numerose opere di repowering e revamping già autorizzate anche nella nostra Regione.

Un’occasione importante per superare le criticità del passato, ricucire il rapporto con le comunità troppo spesso non coinvolte, sviluppare la filiera delle rinnovabili per creare nuova occupazione. Per fare questo è necessario avviare percorsi territoriali per lavorare insieme. Enti, imprese e cittadinanza affinché non si parli più di accettazione sociale per la presenza di impianti ma di rigenerazione partecipata di territori, dove impoverimento e spopolamento aumentano le diseguaglianze da decenni, oggi inasprite anche della crisi climatica. Le rinnovabili devono essere per queste comunità la strada per il riscatto sociale per vincere insieme a quella climatica, anche la sfida sociale ed economica”

Guardando al futuro – commenta Legambiente – sono 58 i progetti campani di eolici attualmente in valutazione al MASE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica): molti sono in Valutazione di Impatto Ambientale lato PNRR, mentre molti altri o in valutazione preliminare o in VIA “standard”. Rispetto ai progetti approvati, la Commissione 1 ha autorizzato tra 2022 e 2023, 3 impianti eolici per un totale di 180 MWLa commissione PNRR-PNIEC, invece, nel 2023 ha approvato 2 progetti eolici e 2 agrivoltaici per un totale di 279 MW + 23 MW di accumulo.

Passando a quanto fatto dalla Regione Campania, sono oltre 600 i MW autorizzati di eolico dal 2018 ad oggi, per un totale di 31 progetti. Inoltre, vi sono 27 progetti di pertinenza regionale attualmente in valutazione. Sono, invece, quasi 650 i MW che, siamo fiduciosi, saranno al più presto autorizzati. Infine, sono 17 i progetti “in sospeso” in attesa di determinazioni della VIA al Ministero: un totale di circa 870 MW fermi.

A vocazione eolica da sempre, la Campania ha ospitato i primi parchi eolici di Italia e sarà quindi presto interessata da operazioni di repowering e revamping: parchi da 50 aerogeneratori verranno sostituiti da parchi di poche unità, con egual potenza e nei più dei casi una produzione maggiore. In Regione Campania sono già stati autorizzati sette progetti di repowering che vedranno una diminuzione del numero di aerogeneratori almeno del 40%, fino ad arrivare anche al 90%. Da un lato un minor numero di turbine, dall’altro una potenza quasi in tutti i casi superiore.

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