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Salernitana, caso Dia. L’avv. Zeoli: «Calciatore non può essere messo fuori rosa. Dove si allenerà?»

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La Salernitana ha adottato seri provvedimenti nei confronti del proprio calciatore Boulaye Dia che sabato scorso ad Udine si era rifiutato di scendere in campo a otto minuti dal termine. Si allenerà “separatamente dal gruppo squadra” – si legge in una nota diramata ieri dalla società granata – fino al termine della stagione e non sarà preso in considerazione per le partite.

Sull’argomento interviene l’avvocato giuslavorista salernitano Giorgio Zeoli che dichiara: «Si tratta, a mio avviso, di una misura punitiva fuori dalle regole sportive. Dia, un diavoletto tra i diavoloni… Certamente un calciatore può essere messo fuori rosa per atteggiamenti razzisti, come sembrerebbe il caso di specie in cui il calciatore ha operato un razzismo al contrario ripudiando la cultura occidentale e la lingua italiana. Piuttosto, in relazione al provvedimento di “esclusione”, mi interrogherei su quale sia lo staff e la struttura tecnica idonea ad allenare un calciatore di Serie A in Salerno: molto onestamente non ne intravedo una, per manifesta incapacità tecnica e penuria di impianti sportivi».

Zeoli, laureato all’Università di Salerno con tesi in Diritto del Lavoro dal titolo “Lavoro Sportivo: i contratti di trasferimento degli atleti professionisti” afferma che «Dia non può essere messo “fuori rosa”, ma può essere escluso dagli allenamenti con la squadra, ovvero potrà essere costretto ad allenarsi da solo, lontano dal resto del gruppo».

«Ma in tal caso – spiega l’avvocato Zeoli – non sappiamo dove, come e con chi, atteso che in Salerno città si viaggia sul filo del rasoio in termini di regolarità delle strutture sportive, fatta eccezione per lo Stadio Arechi. Il calciatore, se vorrà, potrà fare ricorso al Collegio Arbitrale, che potrà riconoscere al tesserato il 20% dello stipendio annuale lordo e, a sua scelta, il reintegro in squadra o la risoluzione del contratto. E’ noto, infatti, anche al custode dello stadio Arechi che Dia andava escluso dopo la partita casalinga contro il Bologna: è manifesta, quindi, l’inattualità e inutilità di quest’ultimo provvedimento».

Zeoli ritorna ai fatti di sabato scorso al Bluenergy Stadium e pone un interrogativo a cui dà risposta: «Un calciatore, come qualsiasi altro lavoratore, può rifiutare di obbedire a un ordine? Sì, se l’ordine è illegittimo. È evidente che qualsiasi direzione tecnica assennata avrebbe preferito Dia a Ikwemesi, ma non quella della Salernitana che merita l’ultima posizione in classifica. Il contrasto potrebbe, invece, sorgere evidente, nel momento in cui la Salernitana adibisca il dipendente a diverse mansioni come raccattapalle, magazziniere o spettatore, ma questo non è stato».

«Nessuna opposizione si aspetti la società granata da parte di Dia che dall’inizio della stagione fa il suo gioco – e anche bene – senza necessità nemmeno lontana di richiedere a un giudice la riconduzione della prestazione alla qualifica di appartenenza perché non è il caso di specie, mentre il cavalluccio sprofonda in fondo al mare» conclude amaramente Zeoli.

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