I cancelli della struttura di via Quintino Di Vona – come riporta oggi anche il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – vengono riaperti nel mese di ottobre 2019, dopo tre anni di abbandono grazie a un accordo con cui il Comune di Salerno, ente proprietario, affida l’impianto alla Parrocchia di Sant’Eustachio in convenzione a scopi sociali. Quest’ultima, a sua volta, si fa affiancare dalla Asd Zona Orientale Rugby Popolare Salerno nella gestione ordinaria.
Inizia così un percorso di recupero, riqualificazione e rigenerazione collettiva del campo “24 maggio 1999”, un’idea coltivata dalla Asd sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2015, al fine di garantire il diritto allo sport e aprire nuovi spazi per la pratica sportiva di base nella periferia est di Salerno, dove scarseggiano i luoghi di aggregazione giovanile. Un progetto di riqualificazione con l’obiettivo di restituire alla comunità un impianto pubblico che versava in uno stato di grave abbandono, e ripristinarne la fruibilità per tutta la cittadinanza, in particolare bambine e bambini. «Dopo due mesi dedicati alla pulizia del campo, senza alcun contributo pubblico di natura economica, a dicembre 2019 iniziano gli allenamenti di rugby, subito interrotti dalla pandemia. Durante questo delicato periodo, la struttura svela subito la sua polifunzionalità, fungendo da hub per il confezionamento e distribuzione dei pacchi alimentari solidali garantita dalla Parrocchia, a cui si aggiunge la campagna #alimentiamoilsostegno, promossa dalla Zona Orientale Rugby – hanno raccontato dalla società – Con la riapertura delle strutture sportive all’aperto nel giugno 2020, il campo “24 maggio 1999” viene subito attraversato da decine e decine di bambine/i, adolescenti e dalle loro famiglie. Da quel momento, innumerevoli sono state le attività sportive e sociali realizzate a titolo gratuito sul campo (e contenute in una dettagliata relazione agli atti del Comune di Salerno), sempre in sinergia con la Parrocchia di Sant’Eustachio e altre realtà sociali attive sul territorio.
Abbiamo quindi sviluppato un percorso di autodeterminazione, non solo sportiva, della comunità, basato sull’autogestione, la partecipazione e la condivisione di pratiche mutualistiche e valori quali la solidarietà, l’inclusione, il rispetto, la socialità, ma anche il rifiuto di ogni forma di discriminazione, razzismo e fascismo. Tra le attività extrasportive, ricordiamo il centro estivo “Karabà”, in collaborazione con la Parrocchia e la Cooperativa Sociale Insieme, arrivato nel 2023 alla sua quarta edizione, le iniziative di commemorazione del 25 aprile, gli spettacoli di burattini per bambine e bambini. Da settembre 2020, inoltre, il campo ha accolto altre Asd espressioni di sport diversi (softball, football americano, calcio): Seagulls, Renegades, Pro Salerno. Il campo “24 maggio 1999”, da simbolo di abbandono e degrado, diventa così una struttura polisportiva e polifunzionale imprescindibile per la città di Salerno. Nel mese di settembre 2023 la Zona Orientale vince il bando “Play District”, finanziato da Sport e Salute, con il quale si punta a trasformare l’area del campo “24 maggio 1999” e della Parrocchia in uno spazio civico di comunità, il Comune di Salerno avvia i lavori di ristrutturazione dei campi “De Gasperi” e “Settembrino”.
Le scuole calcio fruitrici dell’impianto (Millennium, Coscia Academy, Eden), con la regia dell’Ufficio di Direzione Impianti Sportivi, vengono dirottate sul campo “24 maggio 1999”. Alla Zona Orientale Rugby viene chiesto di ospitare queste scuole calcio garantendo inoltre attività quotidiana di custodia e pulizia dell’impianto. «Un impegno quantomai gravoso, non avendo noi personale dipendente (ovviamente), ma che accettiamo con grande senso di responsabilità, consapevoli che tale apertura sia coerente con la nostra idea di sport, ossia un diritto da garantire a chiunque e, al tempo stesso, di doverci confrontarci con realtà aventi visioni e posizioni differenti dalla nostra. Gli uffici del Comune garantiscono inoltre che tale situazione sarebbe durata fino al 31 dicembre 2023, data di scadenza per la consegna dei campi sopracitati.
Inizia quindi un periodo piuttosto complesso, per non dire insostenibile, sia per noi che per il campo. Quest’ultimo, infatti, presenta degli evidenti limiti strutturali, che ne causarono l’abbandono 8 anni fa: dimensioni ridotte, drenaggio pressochè nullo, manto erboso da rigenerare, illuminazione carente, che si sommano al deterioramento degli spogliatoi, sia strutturale che negli arredi, causata dal lungo abbandono. In una situazione di utilizzo quotidiano, l’impianto ha dato subito segnali di cedimento.
In primis, con la rottura della caldaia, sostituita dopo oltre un mese di attesa, causando una situazione di grave disagio per gli atleti fruitori dell’impianto, e che visto i nostri volontari e volontarie custodi subire finanche aggressioni verbali, senza che ciò generasse alcun intervento da parte dei funzionari comunali. In secondo luogo, con l’usura delle torri faro, nessuna pienamente funzionante.
In terzo luogo, il continuo calpestio ha reso il terreno privo del manto erboso spontaneo e, con l’arrivo delle piogge, il campo si è allagato più volte. Infine, non si ha ancora notizia della consegna del De Gasperi e del Settembrino, nonostante siamo oramai arrivati a metà marzo. Le uniche voci trapelate peraltro, non provengono dagli uffici comunali, con i quali la comunicazione si è praticamente interrotta da dicembre 2023, eccezion fatta per la Commissione Sport, Politiche Giovanili e Innovazione, a cui diamo merito di essere stata sempre disponibile all’ascolto e averci messo almeno la faccia», hanno aggiunto.