Entro la fine del mese (il 27 marzo) verrà reso noto il contenuto dell’Atto Aziendale, ovvero il documento programmatico di rigenerazione edilizia della Regione Campania che aveva prospettato la confluenza dei posti letto per acuti del presidio di Eboli in quello di Battipaglia, relegando l’ospedale ebolitano ad attività territoriali e senza Pronto Soccorso. In tal senso, rassicurazioni importanti sono giunte dall’onorevole Picarone il quale ha evidenziato i grandi progressi messi in atto dalla Regione Campania in una situazione di grave carenza di personale e di posti letto, derivazione diretta di 10 anni di commissariamento, nonché di iniquo riparto ed insufficienza di risorse del fondo sanitario nazionale.
«E’ impossibile pensare ad una sanità efficiente senza preoccuparsi del destino dell’ospedale di Eboli e del ruolo che avranno nel prossimo futuro i presìdi di Battipaglia e Oliveto Citra, proprio nell’ottica di difendere e preservare sia i livelli di occupazione che i livelli essenziali, attraverso l’offerta di alta specializzazione presente sul territorio – precisa Capezzuto- in contrapposizione al progetto di Autonomia differenziata del Governo Meloni che rischia seriamente di spaccare il Paese indebolendo i nostri territori, a partire dal sistema sanitario».
«Vanno tutelate le eccellenze attualmente presenti come quelle della Cardiologia interventistica a servizio della zona sud di Salerno, tra le 10 più performanti d’Italia, della Nefrologia, prima in Campania e tra le prime in Italia per numero e tipologia di ricoveri, della Pneumologia e della Otorinolaringoiatria che, con un modulo dedicato al maxillo facciale, potrebbe esprimere ulteriore potenziale » ha sottolineato Massimiliano Voza, coordinatore provinciale Medici e Dirigenza Sanitaria Asl Salerno, della FP CGIL Salerno.
«Viviamo un momento storico difficile, basti pensare la Legge di Bilancio del Governo Meloni non ha rifinanziato adeguatamente il fondo sanitario nazionale per potenziare i servizi territoriali,le strutture ospedaliere e per recuperare le infinite liste di attesa. Non si è operata alcuna scelta per togliere i vincoli alle assunzioni del personale continuando così ad impoverire i livelli assistenziali e sovraccaricando oltre ogni limite i lavoratori e le lavoratrici. Non prevedendo, inoltre, risorse adeguate per il rinnovo contrattuale del comparto sanità ormai scaduto, e per rispondere alla crisi inflazionistica che in questi due anni ha contribuito fortemente ad erodere i salari», conclude Capezzuto.