Un confronto a più voci sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale. Da un lato un filosofo, il professore Carmine Di Martino, Ordinario di Filosofia Morale dell’Università Statale di Milano, dall’altro un tecnologo, l’ingegner Giuseppe De Pietro, Membro della Commissione Intelligenza Artificiale per l’Editoria, con la moderazione del professore Massimo De Santo, Coordinatore Dottorato Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno.
Ha suscitato grande interesse ed attenzione il primo appuntamento del ciclo “Ed io che sono…”, promosso dall’Associazione DNA – Studenti Biologia Unisa, Rete Nazionale Scienze Ambientali, Associazione Studenti Chimica Breaking, l’Associazione Libera Mente e il Centro Culturale “Cara Beltà”.
Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato numerosi docenti, ricercatori e studenti di estrazione scientifica e umanistica, si è parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi industriali, economici, culturali ed educativi. Un punto di domanda quanto mai attuale, amplificato dall’esplosione delle nuove tecnologie come il Metaverso e soprattutto dall’uso ormai diffuso di Chat GPT, un modello di AI sempre più performante e che pone numerosi interrogativi sul mondo del lavoro e sull’evoluzione dell’umanità.
“Questo ciclo di incontri nasce per esplorare la relazione tra esseri umani e sviluppo tecnologico. – ha detto Massimo De Santo – Abbiamo scelto l’intelligenza artificiale come primo argomento in quanto pone molteplici domande relative a questo sorprendente sviluppo della tecnologia. Un dialogo con un tecnologo e un filosofo, che esaminano l’impatto della tecnologia sulle nostre relazioni e professioni. Con questi appuntamenti vogliamo tornare all’origine della parola università, che ha insito in sé la volontà di fornire un approccio universale e rispondere alle curiosità degli studenti”.
“La filosofia e la tecnica, e quindi anche l’intelligenza artificiale, hanno molte cose in comune. – ha affermato il professore Di Martino – L’essere umano si è sempre plasmato grazie all’intervento della tecnica; la sua storia è intrecciata a quella degli strumenti e del fare tecnico. Come ogni tecnologia, anche l’intelligenza artificiale ha un duplice aspetto. Da un lato è un rimedio, dall’altro può essere un veleno, e quindi può rappresentare un elemento di potenziamento o di tossicità. Dobbiamo avere una prospettiva critica sul fenomeno tecnologico per renderci più consapevoli sia degli effetti espliciti sia di quelli impliciti che non conosciamo”.
“Ci troviamo di fronte a un punto cruciale dell’intelligenza artificiale, particolarmente complesso e ancora in gran parte sconosciuto – ha detto De Pietro – In questo momento è un’idea portata molto in là. Lo scopo ultimo è quello di arrivare a implementare l’AI con sistemi di tipo biologico. Ad oggi risulta difficile prevedere quali saranno i risultati completi e gli scenari futuri. La Commissione per l’editoria si propone di proporre una regolamentazione delle buone pratiche per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nel campo editoriale, un settore in cui impatta su diversi aspetti come il diritto d’autore e la qualità e quantità dei contenuti”.
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