Con queste parole Leonardo Mendolicchio si è congedato ieri sera dal folto e attentissimo pubblico che ha affollato la sala Maestrale dell’Holiday Inn di Cava de’ Tirreni, in occasione della presentazione del libro Fragili. I nostri figli, generazione tradita (Solferino), nel corso del terzo dei salotti letterari della XV edizione del Premio Com&Te.
“Il nostro tempo ci fa vivere la coesistenza di cinque generazioni molto diverse tra loro. E io stesso, che sono padre di un figlio dodicenne, a volte mi ritrovo senza gli strumenti educativi e pedagogici necessari” ha confessato in un passaggio l’autore, che ha tenuto molto ad evidenziare la necessità di un forte ritorno alle “responsabilità genitoriali”.
“L’adulto –ha spiegato il dottore Mendolicchio, medico psichiatra psicoanalista– deve applicare quella che io chiamo la pedagogia della responsabilità, che impone la prospettiva del fare e della consapevolezza, e non cadere invece nel senso di colpa che, purtroppo, scatta come un meccanismo automatico che spesso finisce per mettere i genitori alla mercé dei figli, dando così l’immagine di un adulto che scompare”.
A stimolare il dottore Mendolicchio, nella vesti di intervistatori, lo psicologo psicoterapeuta cognitivista Paolo Landi, supervisore di servizi socio sanitari complessi nonché curatore per la rivista web Ulisse online della rubrica L’Angolo dell’Anima, e la giornalista Patrizia Sereno, docente e scrittrice.
Sollecitato poi dalle domande dei numerosi studenti che hanno partecipato al salotto letterario, l’autore ha chiesto di non smettere di sognare, accompagnati anche in questo dagli adulti di riferimento. “I ragazzi –ha evidenziato Mendolicchio- soprattutto nella pre–adolescenza non si fidano di noi ed è necessario da parte degli adulti recuperare in presenza e in comprensione. Dobbiamo superare il modello famiglia del «Mulino bianco» ed ammettere che sbagliare si può e riconoscere l’errore, e superarlo deve essere il vero insegnamento”. Con una consapevolezza: “Come ci ricorda Sigmund Freud, uno dei mestieri impossibili è quello di genitore”.
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