“Non ci sono parole umane che possano sollevare l’animo e dare conforto di fronte a questa immane tragedia, che ha colpito due famiglie, interi paesi – quelli di origine dei due giovani carabinieri – l’intero corpo dell’Arma e anche la nostra città di Campagna. – ha osservato S.E. Monsignor Bellandi – Questi due giovani portavano entrambi il nome del santo più amato e popolare nel nostro paese: Francesco. E forse anche da lui avevano ricevuto un animo nobile, colmo di grandi ideali, disponibile al servizio degli altri: un animo puro e generoso, che si rispecchiava nei loro volti luminosi. Un destino, ai nostri occhi incomprensibile, li ha portati via al culmine della loro giovinezza. Signore della vita, non riusciamo a comprendere e ad accettare umanamente questa tragedia, ma ti chiediamo di essere vicino ai loro genitori, ai loro cari e a tutti coloro – noi compresi – che oggi piangiamo questi nostri giovani fratelli. Sappiamo che nessuna lacrima versata è indifferente al Tuo cuore, come lo sono state quelle di Tua Madre quando pendevi dalla Croce. E sappiamo che quelle lacrime del Venerdì Santo si sono tramutate in stupore e gioia incontenibile il mattino di Pasqua”.
Dunque, l’augurio e la preghiera di S.E. Monsignor Bellandi: “Che sia questa la speranza, che possa recare un po’ di pace e un orizzonte di luce a tutti coloro che oggi sono invece oppressi dal buio dell’angoscia e del rancore. Avvolgi tutti noi – i nostri due giovani, i loro familiari e amici, le popolazioni dei paesi coinvolti, ma anche, oso dire, chi ha causato tanto male con la sua condotta scellerata – nel manto della tua Misericordia”, ha concluso l’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno.