“In questo scenario, nonostante il numero di startup presenti in Regione continua a crescere nei settori del digitale, della ricerca scientifica, dell’automazione e della robotica, favorendo l’occupazione di laureati STEM e delle donne, ponendo la Regione – spiega –tra le prime tre in Italia insieme a Lazio e Lombardia per numero di startup, assistiamo contemporaneamente ad un aumento della dispersione scolastica, ad un aumento dell’analfabetismo digitale, ad una forte riduzione della natalità ed a fenomeni di discriminazione di genere e di emarginazione”.
“Una Regione – spiega Credendino – spaccata in due nella quale l’analfabetismo digitale in un mondo sempre più onlife, pesa come un macigno. Il nostro Paese, in aggiunta, presenta il più alto tasso di NEET in Europa, secondo solo alla Romania, un dato più preoccupante al Sud. La somma di questi due fattori, da una parte limita i diritti di cittadinanza di milioni di persone, dall’altra penalizza i processi di sviluppo del Paese per carenza di professionalità adeguate, riducendo fortemente l’occupabilità”.
Per Credendino serve intervenire: “In Campania così come in altre regioni occorrono lavoratori e competenze. Il ruolo degli enti del terzo settore è assicurare e costruire risposte. In questa direzione la Fondazione Carisal ha deciso di intraprendere un percorso di attuazione e sviluppo di una delle iniziative strategiche di Acri, il ‘Fondo per la Repubblica digitale’, che sta provando a colmare parte del gap digitale esistente nel Paese”.
“Con il bando OnLife la nostra Fondazione – ricorda il presidente Carisal – ha accompagnato e favorito la creazione di un gruppo di lavoro che ha come capofila la Fondazione Saccone, insieme all’Associazione Ai.BI. amici dei bambini e all’Università degli studi di Salerno.
Da questa rete è nato il progetto Next Gen, che ha coinvolto 13 aziende leader nel settore digitale e tre fornitori di eccellenza. A queste 13 aziende oggi si stanno aggiungendo tante realtà. Partecipano al progetto oltre 180 ragazzi, tutti Neet, ed alcuni di questi prima ancora che il progetto termini hanno già trovato lavoro”.
“Ma la nostra Fondazione – rincara Credendino – è riuscita a fare in modo che questa prima best practice si potesse ripetere con ulteriori due progetti, figli del nostro ecosistema territoriale: Il primo sul bando “Prospettive” ed il secondo sul bando “In Progresso”. Sul bando Prospettive, grazie all’osservatorio dell’appennino meridionale dell’UNISA, ed al coinvolgimento di ulteriori partner territoriali, siamo riusciti a proporre un progetto che mira ad avvicinare il target di riferimento dai 34 ai 50 anni al mondo digitale. Il progetto da poco approvato e partito solo pochi giorni fa, ha l’ambizione di raggiungere persone lontane dai centri maggiormente urbanizzati (parte dell’agro Nocerino sarnese, un pezzo di Vallo del Diano, Cilento, parte della Basilicata e del Molise)”.
“Il progetto presentato in risposta al bando ‘In Progresso’ – aggiunge – che vede la partecipazione di Fondazione Ampioraggio come soggetto capofila, coinvolge un target di 131 dipendenti provenienti da 6 aziende del territorio, con il fine di promuoverne l’upskilling e il reskilling per evitarne la fuoriuscita dal mercato del lavoro e favorirne l’accesso a mansioni con maggior valore aggiunto”.
“Sommando i bandi ‘On Life, ‘In progresso’ e ‘Prospettive’ possiamo sintetizzare dicendo che in un periodo di 36 mesi, ovvero negli ultimi 12 e per i successivi 24, abbiamo l’ambizione di raggiungere oltre 500 persone, tra Neet, inoccupati e lavoratori dipendenti, di coinvolgere 50 aziende, 6 operatori del terzo settore, diversi coworking e agenzie per il lavoro”.
“La Fondazione Carisal – conclude – sta concretamente attuando la propria missione: contribuire al rinnovamento socio-economico del nostro territorio, attraverso approcci innovativi per la crescita e l’inclusione digitale”.
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