A dicembre 2023 erano 331.888 le aziende del comparto, in leggera contrazione rispetto al precedente anno (1,2%). Di queste, 132.004 sono bar, 195.471 ristoranti, take away, gelaterie e pasticcerie e 3.703 aziende che offrono servizi di banqueting e catering. A dimostrazione della dinamicità del settore, oltre 10mila imprese hanno avviato l’attività nel 2023 (+6,5% sul 2022).
Tuttavia, su tale fenomeno si allunga l’ipoteca dei troppi insuccessi i quali segnano l’iniziativa di tanti aspiranti imprenditori: il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese supera, a cinque anni, appena il 50%.
Le imprese guidate da under 35 sono il 12,9% del totale, concentrate principalmente nel segmento ristoranti (60,3%), mentre il 28,9% delle aziende è gestito da donne, con una più alta incidenza nel canale bar (33,1% del totale). Invece, le attività sotto il controllo di imprenditori stranieri sono oltre 50mila (circa il 14% del totale).
Per il centro studi Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), il 2023 può essere considerato un anno positivo pure dal punto di vista dell’occupazione, con 1,4 milioni di addetti, in crescita del 6,4% rispetto al 2022 e del 2,3% rispetto al 2019. I consumi fuori casa hanno raggiunto quota 92 miliardi di euro.
Ammonta a 54 miliardi a prezzi correnti il valore aggiunto della ristorazione l’anno scorso. Un contributo che è cresciuto significativamente dal 2022 e che indica come la voragine generata dall’emergenza pandemica sia definitivamente alle spalle, con un recupero del +3,9% rispetto al periodo pre-Covid.
Il settore è in trasformazione come è testimoniato anche dalla spinta ad investire e ad innovare. Oltre il 50% degli imprenditori ha effettuato uno o più investimenti nel 2023 in chiave green e digitale e un numero altrettanto importante prevede di investire nell’anno in corso. Sono segnali di fiducia che meriterebbero di essere ulteriormente sostenuti da politiche che riconoscano alla ristorazione il ruolo che ha nell’economia e nella società.
di Tony Ardito
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