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Ruggi, chirurgia robotica: intervento ok su 90enne con carcinoma vescicale infiltrante

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Il professore Paolo Verze, direttore dell’Unità Ospedaliera Complessa Clinica Urologica dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ha commentato – come riporta oggi il quotidiano “L’Ora” consultabile online – l’intervento di cistectomia radicale, eseguito con tecnica robotica, ad una paziente novantenne,

La donna era affetta da carcinoma vescicale infiltrante a cui era stata negata questa opportunità in altre sedi ospedaliere, per problemi relativi all’età avanzata, condannandola di conseguenza a non ricevere
alcun trattamento anche perché, nel caso specifico, non sono previste terapie alternative.

L’intervento è stato brillantemente superato dalla paziente, che è stata dimessa dopo cinque giorni di ricovero senza alcuna complicazione.

«Questo intervento eseguito con successo – ha detto il professore Verze –  rappresenta il frutto della grande esperienza maturata del team robotico dedicato alla chirurgia urologica in circa un anno e mezzo di attività e più di 130 operazioni eseguite.

Questo brillante risultato si deve in primis alla dedizione dell’intero gruppo dell’Unità Operativa di Urologia
composto dai dottori Gianmarco Silvestre, Ciro Barba, Lorenzo De Stefano, Alfonso Califano, Anna Rega e Michele Gentile e dagli anestesisti diretti dal dottore Renato Gammaldi, i dottori Antonio Romanelli, Antonella Langone, Al- berto Damicantonio, Mariafidelia Ferrara, Miriam Giudice.

La nostra collaborazione clinica per la preparazione dei pazienti candidati a chirurgia robotica, che nel nostro
caso sono tutti pazienti oncologici, è quotidiana e costante, ma in questo caso più che mai, è stata ottimizzata ed intensificata per valutare rischi e benefici dell’eventuale intervento.

Solo dopo il completamento di uno scrupoloso per- corso di preparazione, dal quale risultava che la paziente poteva
sostenere i rischi di un intervento così complesso nonostante la sua età anagrafica, tutti insieme abbiamo deciso di assumerci la responsabilità di offrire alla paziente questo percorso di cura chirurgica, che sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata la scelta ideale per la cura della sua malattia.

Oggi che la paziente è stata dimessa ed ha effettuato già i tutti i controlli post-operatori del caso, possiamo
affermare ancora con maggiore convinzione di aver fatto la scelta giusta: la paziente si può conside- rare brillantemente guarita dal- l’intervento, ha beneficiato di tutti i vantaggi della chirurgia robotica mini-invasiva e soprattutto in prospettiva si può considerare guarita dal suo tumore alla vescica».

o senza alcuna complicazione.

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