In particolare vogliono ribadire che nel nostro paese non è vero che manchino i medici, ma piuttosto ritengono prioritario rivedere l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale che, a distanza di 45 anni dalla legge 833, ha necessità di una profonda revisione alla luce di una situazione demografica che vede la popolazione anziana sempre più numerosa: nel 2050 per ogni 100 giovani vi saranno più di 300 anziani.
La conseguenza epidemiologica di una presenza sempre maggiore di anziani sarà un incremento significativo delle malattie croniche (70% della spesa sanitaria) non trasmissibili.
Questa deriva epidemiologica comporta già ora, ma sarà gravissima in un futuro prossimo, la carenza di medici specialistici e di personale sanitario idoneo in grado di affrontare il nuovo panorama che il sistema sanitario nazionale ha davanti a sé nei prossimi anni. Sistema Sanitario Nazionale che dovrà, per sopravvivere ed offrire ai cittadini l’assistenza che meritano, garantire personale sanitario formato per le nuove sfide e pagato dignitosamente.
Le società scientifiche che rappresentiamo sono disponibili a collaborare con qualsiasi istituzione (MUR e MINSAN e Assessorati Regionali alla Salute e Welfare) per quanto di nostra competenza e per tavoli comuni di confronto allo scopo di affrontare con serenità questo quadro complesso che, lasciato alla deriva, priverà ciascuno di noi di un’assistenza sanitaria equa e solidale.
Gianluca Aimaretti (SIE)
Angelo Avogaro (SID/FESDI)
Riccardo Candido (AMD/FESDI)
Renato Cozzi (AME)
Francesco Lombardo (SIGIS)
Linda Vignozzi (SIAMS)