I gruppi criminali coinvolti sono riconducibili al gruppo Alvaro di Reggio Calabria e al gruppo di Giuseppe Gargiulo di Napoli.
Il Procuratore Borrelli ha evidenziato la facilità con cui il Porto di Salerno è stato utilizzato come punto di passaggio per traffici illeciti, a causa della mancanza di adeguata strumentazione per i controlli. Borrelli ha sottolineato che questa non è la prima volta che critica i sistemi di sorveglianza del Porto di Salerno.
L’indagine è stata condotta in collaborazione con il ROS di Roma, una scelta strategica definita dal Procuratore Borrelli per coinvolgere reparti operativi speciali in attività di respiro strategico.
Al momento, due persone coinvolte nell’operazione sono ancora latitanti, mentre le indagini proseguono per individuare altri eventuali complici. La conferenza stampa ha messo in luce l’impegno delle autorità nel contrastare il traffico di droga e nell’individuare le falle nei sistemi di sicurezza che permettono tali attività illecite.
Tra i destinatari dei provvedimenti – accusati di importare cocaina e marijuana -figurano anche alcuni affiliati alle cosche di ‘ndrangheta degli Alvaro, di Sinopoli (Reggio Calabria).
Tra i reati contestati – tutti con l’aggravante mafiosa – figurano anche il furto, la ricettazione e la minaccia.
Capo della banda di narcos è ritenuto Carmine Ferrara che avrebbe anche fatto da intermediario tra i narcotrafficanti stranieri e quelli italiani.
Nell’ambito di questa inchiesta, oggi sfociata negli arresti, rientra anche l’ingente sequestro eseguito dal Ros e dalla Guardia di Finanza del marzo 2023 durante il quale a bordo di una nave battente bandiera libanese sono stati trovati ben 220 chilogrammi di cocaina, in un container proveniente dall’Ecuador.
Il porto di Salerno è una delle cause della morte della città e, contemporaneamente, la vita delle organizzazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti!!! Che si aspetta a chiuderlo?