Giuseppe Calise, una vita da cronista
Giuseppe Calise (nella foto), scomparso nel 2017, è un grande simbolo di “una vita da cronista” al servizio di un corretto rapporto tra informazione e giustizia. Per il suo mezzo secolo di professione al quotidiano “Il Mattino”, del quale è stato capocronista e caporedattore centrale, Calise ha seguito i principali fatti e gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita della città di Napoli e della Campania in anni difficili. Una carriera iniziata a Milano, da corrispondente del quotidiano fondato da Matilde Serao e proseguita a Napoli, da cronista di giudiziaria. Impegnato anche in ruoli dirigenziali nel sindacato dei giornalisti e nell’Unione Cronisti oltre che consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, alcune delle sue inchieste hanno raccontato i grandi avvenimenti che hanno attraversato lo storia italiana di fine Novecento e inizi degli anni duemila: la strage di via Caravaggio, il caso Tortora, il contrabbando, la corruzione politica. E poi l’omicidio di Anna Grimaldi e il barbaro assassinio di Giancarlo Siani, sul quale nel 1988 scrisse anche un libro “Morte di un cronista, il caso Siani”, edito proprio da “Il Mattino”. In memoria del lavoro da cronista di Giuseppe Calise proprio nel 2017, nell’anno della sua scomparsa, è stato istituito un Premio a lui dedicato e destinato a cronisti che si sono particolarmente distinti nei lavori di inchiesta.