La società salernitana, nel mese di gennaio, ha, infatti, attivato la procedura di risoluzione dei rapporti di lavoro che, inizialmente, doveva interessare ventinove unità dello stabilimento di via Tiberio Claudio Felice su un organico di centoquindici.
Alla base della decisione di un’azienda che, tra il 2010 e il 2013, aveva consolidato un volume di fatturato pari a 45 milioni di euro all’anno, una serie di fattori ritenuti congiunturali e strutturali, tra cui pandemia e rincari, che hanno determinato un significativo squilibrio finanziario con un elevato indebitamento e perdite di esercizio per tredici milioni di euro.
La situazione di crisi si è ulteriormente acuita con la disdetta dei contratti di stampa del quotidiano “Repubblica” e dei periodici Rcs.
Da qui la scelta dei tagli del personale: impiegati amministrativi, centralinisti, addetti alla cellofanatura, con l’esternalizzazione del settore, cessazione del reparto rotative-quotidiani, riduzione del reparto logistica.
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