La organizzazione degli agricoltori rileva che pure negli Stati Uniti, dove i cibi sintetici sono praticamente nati, stia maturando la consapevolezza sui rischi di una tecnologia dai contorni oscuri, con tante incognite che rischiano di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda.
Stando a quanto riportato dal Financial Times, ovvero che: “i repubblicani dall’inizio dell’anno hanno introdotto in almeno sette stati americani una legislazione per vietare la vendita o la distribuzione di carne coltivata in laboratorio”, non sarebbe un caso se la Florida potrebbe non essere l’unica a sbarrare la strada ai prodotti a base cellulare.
Con l’approvazione nel luglio 2023 della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, l’Italia – con più di due milioni di firme raccolte da Coldiretti – è stato il Paese apripista a livello mondiale. Frutto di una mobilitazione scattata nel novembre 2022, che ha visto coinvolti oltre duemila comuni che hanno deliberato a favore – spesso all’unanimità – e tutte le Regioni di ogni estrazione politica ed esponenti nazionali e locali di tutti gli schieramenti.
Il Rapporto Fao e Oms (ovvero, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e Organizzazione Mondiale della Sanità) individua 53 potenziali pericoli per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio e parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato”, preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante, ma ritenuto fuorviante dalle due Autorità mondiali, le quali rilevano tra l’altro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media.
di Tony Ardito