E’ stato arrestato il 26 aprile e accusato di aver concesso alla vittima, un imprenditore in difficoltà, prestiti a tassi usurari per circa 250mila euro, imponendo la restituzione del mutuo con rate mensili di 18mila euro per 84 mesi, fino, dunque, al raggiungimento complessivo di 1.512.000 euro.
Alla vittima fu negata, tra l’altro, qualsiasi richiesta di rimodulazione del debito. Giorni fa l’indagato si è difeso dinanzi al Gip, che ha tuttavia confermato la massima misura cautelare. La parte lesa, invece, non riuscendo a sostenere il piano di ammortamento, era stato destinatario di una ulteriore richiesta di soldi, intesa come “penale”. Insieme alla figlia, inoltre, sarebbe stato minacciato dall’indagato, che si sarebbe presentato più volte presso la loro attività commerciale.
A questi comportamenti, sarebbero seguite minacce di incendiare l’azienda, di far intervenire altre persone, di natura criminale e provenienti da altri luoghi della regione, così come di sottoscrivere, per l’imprenditore, con atti fittizi il trasferimento coattivo di beni di sua proprietà. Durante la perquisizione presso l’abitazione dell’indagato, fu trovato contante per 65mila euro, nonchè preziosi nascosti nel doppio fondo di un mobile.
Dagli accertamenti emerse anche come l’imprenditore si fosse rivolto all’uomo per far fronte alle pretese economiche di un altro soggetto che a sua volta gli aveva imposto tassi di interesse usurari. A carico del secondo, già destinatario di perquisizione e sequestro, nonchè a carico della moglie dell’arrestato che a sua volta era intervenuta per le “riscossioni”, si procede a piede libero.