Tra le personalità presenti all’evento, infatti, c’erano cantanti e attori e poi il parroco di Caivano, da sempre impegnato in prima linea contro la Camorra.
De Luca nel suo intervento scherza sui «noti costituzionalisti» presenti tra cui «ho notato Pupo, Iva Zanicchi e… c’era anche ad ascoltare il progetto costituzionale un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili».
A rispondere sui social è stato direttamente don Patriciello, che si è detto «addolorato» rivolgendosi al «fratello Vincendo De Luca» al quale rinuncia a «rispondere per le rime», anche perché «non ne sarei capace e non credo di averne il diritto».
E poi aggiunge: «A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione». In fondo, spiega il sacerdote, alle «offese e minacce, larvate o meno, ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta.
Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che “se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce”.
La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: “Sta passando Pippo Baudo”. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo».
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