Ottava regione in Italia, la Campania si conferma la prima del Sud per impatto economico del settore IG con un valore pari a 896 milioni di euro nel 2022 generato dalle 58 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio.
Grazie al lavoro di 9.082 operatori coordinati da 22 Consorzi di tutela delle filiere del vino e del cibo riconosciuti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, La Dop economy della Campania cresce del +9,4% sul 2021 e ha un peso del 14% sul valore complessivo del settore agroalimentare regionale.
Le prime province per impatto economico sono Caserta (321 mln €) e Napoli (296 mln €), seguite da Salerno (188 mln €), Benevento (58 mln €) e Avellino (34 mln €). Le filiere che apportano il contributo maggiore in termini economici sono i formaggi (54%) e le paste alimentari (30%), il vino (12%) e gli ortofrutticoli (4%).
Il comparto cibo ha un valore alla produzione di 793 milioni di euro nel 2022 (+9,8% rispetto al 2021) generato da 29 filiere certificate. La regione è terza in Italia per valore economico e il comparto coinvolge 4.552 operatori.
Le denominazioni che apportano la maggior parte del valore economico in regione sono la Mozzarella di Bufala Campana DOP e la Pasta di Gragnano IGP; seguono la Melannurca Campana IGP, il Pomodoro San Marzano dell’Agro sarnese-nocerino DOP, il Limone Costa d’Amalfi IGP, il Provolone del Monaco DOP, il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.
Il comparto vino ha un valore alla produzione di 103 milioni di euro nel 2022 (+6,2% rispetto al 2021) generato da 29 filiere certificate. Qui, la regione è tredicesima per valore economico e il comparto coinvolge 4.530 operatori. Le denominazioni con il maggiore ritorno economico sono il Benevento IGP, la Falanghina del Sannio DOP, il Greco di Tufo DOP, il Sannio DOP, il Campania IGP, l’Irpinia DOP e il Fiano di Avellino DOP.
di Tony Ardito