Il corteo si è snodato dalla stazione ferroviaria fino alla Prefettura di Salerno dove è stato consegnato un appello firmato da almeno 52 associazioni culturali, collettivi, circoli, gruppi sportivi e religiosi, reti di studenti e di lavoratori.
“Nonostante la pioggia eravamo tantissim3 – dichiara il Comitato organizzativo di Unit3 per la Palestina – è stato un corteo meraviglioso, solidale, meticcio, transfemminista, intergenerazionale. C’erano intere famiglie delle comunità arabe, e tant3 bambine e bambini. C’erano anziani col bastone e tant3 giovanissim3. La Palestina è diventata un simbolo di lotta globale contro le armi e le disuguaglianze, come era il Vietnam negli anni 70. Al di là dei numeri ha colpito la qualità della partecipazione, molto sentita. Era tangibile la voglia di esserci, presenti con il proprio corpo, con l’urgenza di essere tutt3 insieme nella lotta contro ogni forma di colonialismo, innanzitutto in Palestina, ma anche contro la colonizzazione del diritto, dell’informazione, del sapere, qui a casa nostra.
Avevamo chiesto a tutt3 di partecipare, di unirsi a noi e la risposta è stata eccezionale, per Gaza e per la tutela di diritti umani e civili. Se i nostri governi rimangono vergognosamente silenti, stanno parlando le piazze di tutto il mondo per fermare il genocidio e chiedere la decolonizzazione della Palestina in corso dal 1948.
UNIT3 PER LA PALESTINA a Salerno ha chiesto a gran voce di fermare le armi, di fermare il genocidio a Gaza.
Una Risoluzione del 25 marzo 2024 del Consiglio di sicurezza ONU aveva deliberato di cessare il fuoco a Gaza, ma i governi occidentali, compreso quello italiano, continuano a vendere armi a Israele rendendosi complici di gravi violazioni del diritto umanitario. Nei giorni scorsi il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja ha dichiarato colpevoli di crimini di guerra e contro l’umanità il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro alla Difesa Yoav Gallant. E sempre in questi giorni la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha chiesto l’immediato ritiro delle truppe israeliane da Rafah per il rispetto del cessate il fuoco e permettere l’ingresso degli aiuti umanitari bloccati da Israele. Ma l’unica risposta di Tel Aviv è stata l’impennata di violenza sui civili palestinesi, facendo strage di donne e bambini, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Tutto questo è inaccettabile.
Per questo aspettiamo risposte dalle Istituzioni a cui abbiamo consegnato il nostro appello e continuiamo la nostra mobilitazione. Ringraziamo tutt3 per la bellissima partecipazione.”
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