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Salernitana, 30 anni dalla morte di Ago: al Vestuti una targa per ricordare Di Bartolomei

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Una data impressa per sempre nell’animo di ogni tifoso granata, un uomo ed un atleta che ha lasciato un segno profondo nella storia della U.S. Salernitana 1919, un ricordo che mai come oggi diventa esortazione ad andare avanti e non mollare mai. Nel pomeriggio di mercoledì 29 maggio presso il Wall of Fame dello stadio Donato Vestuti di Salerno si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della targa dedicata ad Agostino Di Bartolomei, per sempre il capitano di quella squadra che conquistò il 3 giugno 1990 una storica promozione in serie B dopo 25 anni di attesa.

Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Commissione Sport del Comune di Salerno Rino Avella ed il Sindaco Vincenzo Napoli, il Direttivo ed il Presidente dell’Associazione Salernitani DOC Massimo Staglioli, il presidente dell’associazione Macte Animo 1919 Umberto Adinolfi, il Direttivo ed una rappresentanza del Centro Coordinamento Salernitana Clubs nonchè numerosi ex atleti e calciatori della Salernitana.

Nell’occasione, sarà scoperta anche una targa dedicata a Mario Saracino, salernitano purosangue che per oltre 40 anni ha dedicato al colore granata la sua carriera di calciatore prima e allenatore delle giovanili poi.

In rappresentanza dell’US Salernitana c’erano il Team Manager Sasà Avallone e l’Ufficio Stampa che hanno portato e letto un messaggio a firma dell’Amministratore Delegato del Club, Maurizio Milan:

«Le storie, quelle belle, emozionanti, non si cancellano. Se si dovesse ritrarre una delle immagini più belle della nostra storia ultracentenaria, non ci sarebbe minimo dubbio che fra queste vi sia quella di Agostino Di Bartolomei. L’uomo simbolo del ritorno in Serie B della Salernitana dopo più di vent’anni, sceglie proprio i nostri colori per concludere una carriera gloriosa spesa soprattutto alla Roma, in cui è stato indiscusso leader per 12 stagioni, vincendo lo scudetto 1983.

Agostino non è stato soltanto un capitano, una bandiera, ma un signore del calcio. Anche a Roma, dove è stato capitano indiscusso, ha saputo sopportare una delle più grandi delusioni che un calciatore può avere, la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni all’Olimpico contro il Liverpool. Infondo come ci ha insegnato De Gregori “non è mica da questi particolari che si giudica un calciatore”.

A Salerno, Ansaloni gli consegna le chiavi della squadra e Agostino contraccambia con 30 presenze impreziosite da 9 gol fondamentali per la storica promozione. Indelebile nel cuore più che nella mente dei nostri tifosi è la rete decisiva nella partita giocata a Brindisi con la vittoria per 1-0. E poi, da maestro di calcio sempre più legato al territorio salernitano, la dedizione e l’attenzione rivolta ai giovani quando ha deciso di smettere con il calcio giocato.

Quegli stessi giovani di cui un salernitano purosangue come Mario Saracino, che ha dedicato oltre 40 anni ai colori granata, è stato perseverante allenatore e scopritore di talenti. L’US Salernitana 1919 ringrazia l’Associazione Macte Animo per questa bellissima iniziativa che omaggia due grandissimi protagonisti della storia granata in questo luogo ricco di ricordi che è stata la loro casa per tanti anni. Un omaggio doveroso a due figure che sono e saranno per sempre un esempio per le future generazioni».

 

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