Le fiamme gialle hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare nelle province di Bologna e Salerno, con perquisizioni estese anche a Lecco, Verona e Modena.
Scoperchiato da Dda – con il coordinamento della Procura nazionale antimafia – il reticolato di società e ditte individuali (per lo più operanti nel settore della ristorazione) riconducibili all’imprenditore ma intestate a prestanome.
L’indagato – già destinatario di una misura di sorveglianza speciale disposta dal Tribunale di Nocera Inferiore – è considerato parte integrante dei clan di camorra.
Trasferimento fraudolento di valori, indebita percezione di erogazioni pubbliche, usura ed estorsione i reati contestati a vario titolo.
Gli inquirenti hanno anche ricostruito la posizione patrimoniale di tutti gli indagati, rivelatasi sproporzionata rispetto alle dichiarate fonti reddituali degli stessi. Di qui il sequestro di beni – tra quote societarie, compendi aziendali, immobili e altre utilità – per circa 2 milioni di euro.
Tra i beni sequestrati anche i redditi derivanti dall’affitto d’azienda relativo a un’attività di pizza al taglio e d’asporto esercitata in un locale nel centro di Bologna.
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