In Italia, la conciliazione tra maternità e lavoro è sempre più complessa. Per comprendere fino a che punto, basta chiamare in causa i numeri ufficiali dell’INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro). Nel 2022, il numero di mamme che si sono dimesse perché in difficoltà nel trovare un equilibrio tra professione e genitorialità è aumentato del 17,1% rispetto al 2021.
Alla luce di ciò, è importante prepararsi adeguatamente al ritorno nel mondo del lavoro dopo aver partorito, magari seguendo alcuni consigli pratici che possono fare la differenza.
Informarsi sui propri diritti
Partiamo con il caso della donna che rientra al lavoro come dipendente dopo essere diventata madre. Un consiglio fondamentale per vivere con serenità questo percorso prevede il fatto di informarsi sui propri diritti (la conoscenza è potere in tutte le situazioni).
Dai permessi per l’allattamento fino ai giorni che si possono richiedere per la malattia del bambino, sono numerose le misure che i neo genitori hanno a disposizione per trovare l’equilibrio perfetto tra genitorialità e professionalità.
Per chiarire meglio la situazione, è il caso, prima di rientrare concretamente, di fare un colloquio con il responsabile delle risorse umane.
Lavorare sull’autoconsapevolezza
Uno step imprescindibile prima di rientrare al lavoro dopo la maternità è il lavoro sull’autoconsapevolezza. Al di là dell’ambito in cui si opera, è bene sapere che, con la maternità, si acquisiscono soft skill che, da molte aziende, sono considerate decisive anche nel mondo del lavoro.
Per citarne qualcuna ricordiamo l’empatia, ma anche la gestione ottimizzata delle priorità.
Essenziale è essere consce di tornare sul proprio luogo di lavoro con degli strumenti in più, che possono fare la differenza per il benessere del team e per i risultati aziendali.
Non partire prevenute
Consiglio semplice ma di importanza massima è quello di non partire prevenute, decidendo fin da subito di dimettersi.
La situazione, in Italia, non è certo semplice e lo dimostra anche la generale denatalità che sta, anno dopo anno, caratterizzando il Paese, ma questo non vuol dire che non valga la pena provare. I passi da parte delle aziende, sia piccole sia grandi, negli ultimi anni non sono mancati.
Come avviare un’attività come freelance dopo la maternità
Sono numerose le neo mamme che, una volta archiviati i primi mesi di vita del proprio piccolo, decidono di rientrare nel mondo del lavoro non come dipendenti, ma aprendo un’attività come freelance.
Si tratta di un’alternativa che va approcciata facendo attenzione a diversi aspetti. Innanzitutto, se non si hanno ancora le competenze giuste, magari perché si è semplicemente appassionate ma non pronte ad affrontare un determinato mondo con un approccio professionale, è importante formarsi.
Oggi come oggi, soprattutto grazie alla spinta che il Covid ha dato all’e-learning, le alternative non mancano. Le aziende che si occupano di formazione in remoto sono numerose e di ottima qualità.
Per citare un esempio fra i più autorevoli, ricordiamo che FioreRosalba eroga corsi di formazione online riconosciuti legati a diversi ambiti, dalla cosmetologia, alla grafica, fino alla fotografia e alla panificazione.
Un altro aspetto cruciale da curare è la fattibilità. Prima di partire concretamente con la propria attività, è importante capire se il piano di business è sostenibile economicamente.
Da non dimenticare, inoltre, è il lavoro sul mindset. Capita, infatti, che molte donne si approccino al lavoro come libere professioniste considerandolo la manna dal cielo per chi deve conciliare professionalità e maternità.
Per sfondare come freelance, è necessario avere una mentalità specifica che, non sempre, se si parte da un percorso come dipendenti si ha. Una libera professionista deve essere in grado di venire incontro alle istanze di diversi clienti e di rispettare le scadenze.
Per capire se la strada della libera professione è adatta alle proprie inclinazioni, può essere utile consultare, prima di avviare l’attività, un career coach.
In alcuni casi, questo professionista può suggerire di scegliere un posto come dipendente in smart working.
Intercettare i sintomi della depressione
Umore instabile, ansia, momenti di tristezza non giustificati, insonnia o stanchezza eccessiva: ecco alcuni dei sintomi della depressione post partum.
Sono tante le neo mamme che ne soffrono. Per fortuna, negli ultimi anni se ne parla sempre di più, invitando le donne a chiedere aiuto e le persone con cui condividono la quotidianità a non trascurare i segnali.
Avvalersi dell’aiuto di un professionista qualificato in caso di depressione post partum è nodale per tornare nel mondo del lavoro con gli strumenti e la serenità giusta.
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