Abbac: “Bene emendamenti al decreto Salva Casa. Nuovi vani per calmierare prezzi”

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Bene la proposta di ulteriori emendamenti al decreto “Salva Casa”, in vigore da alcuni giorni, e poi in attesa della discussione in parlamento, con relativi ulteriori apporti migliorativi come per le altezze minime, da 2,70 metri a 2,40 metri per tutti i comuni italiani e la riduzione di metri per una monostanza per una sola persona, dagli attuali 28 metri quadri, ai 20 metri quadri. Le considerazioni del presidente nazionale Abbac Agostino Ingenito, sono in linea con le proposte di emendamento anche per quanto riguarda gli immobili al piano terra come per le mansarde. “Si tratta di un toccasana per l’edilizia privata, che va aldilà di matrici politiche, ecco perchè auspico una larga condivisione in parlamento per l’approvazione degli emendamenti e la definizione di una legge che possa risolvere le tante annose problematiche urbanistiche per migliaia di famiglie ed imprese in Italia. Un provvedimento, che con il silenzio assenso dei Comuni, aiuta anche ad alleggerire l’enorme carico di pratiche che sono rimaste inevase per anni e a semplificare anche in termini di doppia conformazione.

E’ naturalmente opportuno vigilare perché non si trasformi in altro, in relazione a costruzioni del tutto abusive e irregolari, tuttavia la possibilità di sanare tramezzi, verande e soppalchi, può essere una buona occasione anche sbloccare diverse problematiche relative alla vendita e affitto, rimettendo sul mercato, migliaia di immobili, che potrebbero consentire anche di ridurre i costi e tariffe attuali. Per quanto attiene il nostro settore ricettivo extralberghiero, il decreto, potrà aiutare molti nostri operatori, sia di chi intende avviare attività ricettive imprenditoriali e soprattutto di locazioni brevi, che, in taluni regioni,  avevano intrapreso l’attività, in assenza di obblighi di comunicazioni formali agli enti locali, e che con l’introduzione, come in Campania, di una legge regionale, da noi fortemente sostenuta nel 2023, con obbligo di adeguamento al decreto Sanità 75, si erano ritrovati, a non essere in regola con i parametri urbanistici richiesti, con il rischio di chiudere l’attività per il mancato rilascio del codice identificativo regionale, che da settembre dovrà essere trasformato nel Cin codice identificativo nazionale, disposto dalla legge di bilancio.

In effetti, in città che hanno centri storici molto antichi, come Napoli, i parametri urbanistici del 75, non erano compatibili con immobili, in alcuni casi, costruiti nel cinquecento e seicento, come per il caso dei Quartieri Spagnoli e dei palazzi tra i decumani. Analogie simile per tanti altri centri storici italiani, da Roma, Firenze, Venezia, come i tanti centri minori, con immobili sopravvisuti ai secoli e riferimento storico architettonico di estrema importanza e che hanno sempre mantenuto la natura abitativa. Abbiamo chiesto inoltre al Ministro di garantire un prezzo calmierato dei tributi comunali, per la presentazione delle pratiche, il nostro settore, al netto di abusivi e speculazioni, sta garantendo reddito a molte famiglie e microimprese, fiaccate dall’andamento economico inflattivo, ed auspichiamo un emendamento che possa risolvere il problema urbanistico dei frazionamenti immobiliari, impossibili in molte città con diverse problematiche territoriali ma tuttavia, oggetto di abusi e di gestioni non facili per locazioni e vendite, che dovrebbero trovare una risposta chiara e plausibile.- cosi conclude il presidente nazionale Abbac e coordinatore europeo AeO Agostino Ingenito.

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