Carico pomodori cinese diretto in un’azienda di trasformazione dell’Agro, protesta al Porto di Salerno

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Continua la protesta degli agricoltori Coldiretti al Porto di Salerno. E’ stato dissequestrato il carico di pomodoro concentrato arrivato dalla Cina accusato di essere ottenuto con lo sfruttamento del lavoro delle minoranze.
Quaranta motociclette hanno “accompagnato”, in segno di protesta, i fusti di concentrato di pomodoro destinati ad un’azienda di trasformazione conserve alimentari dell’agro sarnese nocerino. Prodotto che finirà poi sulle tavole italiane. Presenti il presidente regionale Ettore Bellelli, il presidente della Coldiretti Benevento Gennarino Masiello, i direttori Salvatore Loffreda e Vincenzo Tropiano.
Una protesta per ribadire lo “stop” al falso cibo italiano e per rilanciare ancora una volta la richiesta della revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale sull’origine dei cibi, quello che oggi permette il furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy.
“Come Coldiretti continuiamo senza sosta la nostra protesta – spiega il presidente di Coldiretti Ettore Bellelli – contro le importazioni sleali fatte con lo sfruttamento dei lavoratori cinesi o senza rispettare gli standard europei. Pratiche sleali che mettono a rischio la sopravvivenza di centinaia di nostre aziende, facendo crollare i prezzi del prodotto italiano proprio alla vigilia dei raccolti”.
Il carico di concentrato di pomodoro è partito lo scorso 29 aprile sul treno della China-Europe Railway Express per essere trasferito su nave e arrivare nel porto di Salerno dopo un viaggio di diecimila chilometri tra binari e mare. Il 90% del concentrato di pomodoro cinese destinato all’esportazione viene dai campi della regione dello Xinjiang, dove verrebbe coltivato grazie al lavoro forzato degli uiguri.
Un fenomeno denunciato dalle associazioni per il rispetto dei diritti umani. Lo scorso anno l’Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, proveniente in gran parte proprio dallo Xinjiang nonostante il fatto che gli Stati Uniti nel abbiano vietato l’importazione sul proprio territorio dal gennaio 2021 per evitare di sostenere il lavoro forzato. Il carico è diretto ad un’azienda di trasformazione dell’agro.
L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza sull’importanza che la sicurezza sanitaria degli alimenti di ogni genere riveste per la tutela della salute di tutta la popolazione. Sono ben 208 le allerte sanitarie notificate nel nostro Paese tra gennaio e inizio giugno 2024. Di queste quasi un quarto – rileva Coldiretti – viene dalla Cina che si piazza in testa alla classifica dei Paesi da cui arrivano più cibi contaminati, davanti a Spagna (principalmente per prodotti ittici come il tonno con residui di mercurio oltre i limiti) e Turchia (in particolare per le aflatossine nei pistacchi, problema che riguarda anche l’Iran).

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