La decisione di costituirsi parte civile è sorretta da motivazioni legali e giurisprudenziali oggettive. I fatti descritti e riportati nei capi di imputazione hanno arrecato danni immediati e diretti all’Associazione. Questa ha subito evidenti danni non patrimoniali, in particolare all’immagine, derivanti dalla palese lesione dei principi ispiratori della nostra missione.
L’Associazione, fin dalla sua costituzione formale l’11 giugno 2012, si è dedicata a promuovere iniziative volte a rimuovere gli ostacoli che impediscono la totale emancipazione e liberazione della donna nella società italiana, con particolare attenzione alla realtà meridionale. Ci impegniamo nella realizzazione dei diritti civili in genere e offriamo attività di consulenza e assistenza sociale, giuridica e psicologica alle donne e ai loro figli.
Lo Statuto del 2016, attualmente vigente, all’art. 4 “scopo, finalità e attività”, sottolinea che l’Associazione è impegnata a:
• Organizzare e promuovere servizi di sostegno psicologico, anche con colloqui di consultazione psicologica e di consulenza medico-legale, per le donne vittima di violenze;
• Istituire e gestire una linea telefonica di ascolto per le donne vittima di violenza;
• Promuovere, istituire e gestire sportelli di ascolto per le donne vittima di violenza;
• Organizzare attività ed eventi volti alla rieducazione degli autori di atti di violenza;
• Svolgere attività di prevenzione e sostegno per combattere la violenza sulle donne, anche attraverso iniziative realizzate tramite il sito web associativo.
Dal 2012, gestiamo uno sportello di primo ascolto totalmente gratuito di supporto psicologico per le donne vittime di violenza, il primo e l’unico nella città teatro del tragico evento del processo odierno. Da allora, abbiamo intrapreso numerose attività e impegni contro la violenza di genere, rispondendo a richieste di aiuto da parte di donne che subiscono violenze psicologiche, fisiche ed economiche. Le nostre operatrici, avvocate, psicoterapeute, psicologhe, counselor e assistenti sociali, vantano un elevato livello di qualificazione ed esperienza, operando affinché siano rispettati i diritti fondamentali delle donne e dei minori.
La drammatica vicenda di Maria Rosa Troisi rappresenta per l’Associazione una sostanziale sconfitta e una mortificazione per l’attività ininterrottamente svolta da oltre dieci anni. Costituirsi parte civile è un atto di forte connotazione non solo politica, ma anche sociale e culturale.
Negli anni, “Non sei sola Battipaglia contro la violenza sulle donne APS” ha sempre promosso e diffuso i valori di solidarietà, nel pieno rispetto della libertà e della dignità di ciascuna e dei principi di uguaglianza, imparzialità e pluralismo. Siamo state protagoniste di numerose iniziative sociali, culturali e politiche, come la creazione di uno sportello di ascolto, percorsi di formazione nelle scuole, e l’organizzazione dell’evento annuale “Fuori dal silenzio” in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
La tragica perdita di Maria Rosa Troisi ci ha sconvolte, ma ci ha anche rese più determinate a gridare “Fa che io sia l’ultima”. La nostra costituzione di parte civile nel processo per la sua morte è un atto di giustizia e di speranza, affinché nessuna donna debba più subire ciò che ha subito Maria Rosa.