L’inaugurazione ci sarà sabato 15 giugno alle 10.30 presso gli spazi della chiesa dell’Addolorata alla presenza delle istituzioni, dell’intero staff e della direzione artistica. Interverranno la direttrice organizzativa Ines Mainieri, uno dei due direttori artistici, Gennaro Carillo, il presidente di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli, Raffaele De Sio per la Camera di Commercio di Salerno, il delegato della Provincia alla cultura Francesco Morra, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli. Le conclusioni sono affidate al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
A seguire VERIFICA DEI POTERI / GIUSTIZIA ALLA SBARRA. MAGISTRATURA VS POLITICA: incontro con Goffredo Buccini, autore di La Repubblica sotto processo (Laterza). Conduce Gennaro Carillo. Negli ultimi trent’anni, l’Italia ha assistito a una storia fatta più di battaglie giudiziarie che politiche. Da Mani Pulite agli scandali del Consiglio Superiore della Magistratura, il conflitto tra politica e giustizia ha dominato il panorama nazionale. Attraverso i processi e le indagini, si è delineata una vicenda fatta di vittorie e cadute dei potenti, dalle lotte di Berlusconi con i magistrati alle scalate bancarie dei primi anni del Duemila. Anche l’ascesa dei populismi e gli scandali del Csm hanno contribuito a mantenere accesa questa tensione, che sembra essere diventata parte integrante della storia italiana contemporanea. Attraverso il racconto di uno dei più autorevoli giornalisti del “Corriere della Sera”, questa saga italiana si dipana.
Alle 12, alla chiesa dell’Addolorata, FILOSOFIA IO SIAMO, incontro con Giorgia Serughetti, autrice di La società esiste (Laterza). Conduce Gennaro Carillo. La concezione neoliberista di individui indipendenti, isolati e in competizione ha causato la crisi dell’idea di cittadinanza fondata sui diritti fondamentali, comportando la delegittimazione del welfare e la demolizione del pubblico. Questo ha portato non solo al distacco dei legami di solidarietà, ma anche alla secessione delle élite dalla società, alle disuguaglianze di classe e alle gerarchie di genere ed etnia, alla crisi della rappresentanza e alla frammentazione delle identità politiche. Eppure, nonostante Thatcher e i suoi seguaci, c’è e ci sarà sempre qualcosa di più grande degli individui: il “sociale” come spazio di conflitti collettivi e pratiche di solidarietà, uno spazio plasmabile attraverso la politica. Questo libro esplora le visioni che guidano le forme più recenti di attivismo sindacale, ambientalista, femminista, che uniscono difesa del lavoro e dell’ambiente, lotta per il reddito e per i diritti civili, battaglie contro le discriminazioni di genere e la violenza razziale.
Dalle 16 alle 19, nello spazio Matteotti, avrà luogo la STANZA DELLA SCRITTURA. Nella stanza della scrittura sarà possibile sostare liberamente per fermare su carta pensieri, riflessioni. E soprattutto domande. In asse con il titolo dell’edizione – “Le domande giuste” – chiederemo a tutti i partecipanti di lasciare la loro domanda giusta. Una domanda legata al presente, al futuro, alla vita privata, alla dimensione collettiva, alle speranze, ai desideri… Un’attrice, Alice Melloni, creerà situazioni divertenti e surreali per sostenere tutti gli scriventi e le scriventi nella stanza speciale.
Alle 18, alla chiesa dell’Addolorata, GRAPHIC NOVEL RACCONTARSI A FUMETTI, incontro con Natangelo, autore di Cenere (Rizzoli), conduce Giorgio Sica. Mario Natangelo, celebre vignettista dal sarcasmo tagliente, si confronta con la tragedia più dolorosa: la perdita della madre. In risposta alle critiche sul suo umorismo, decide di affrontare il lutto attraverso un diario a fumetti online. Ogni tavola diventa un frammento di questo viaggio intimo e doloroso, che si snoda tra ricordi dolci e struggenti. Nel mentre, la sua vita professionale è travolta da un bizzarro processo politico, intrecciandosi al suo dramma personale in un vortice tragicomico. Natangelo, seguendo le parole di Beckett, trasforma la sua infelicità in una poesia divertente, spietata e tragica. Dimostra che il riso può essere la medicina migliore per un cuore in lutto, rendendo omaggio alla potenza dell’ironia nel confronto con la sofferenza umana.
Alle 18 a Palazzo Fruscione, FINZIONI DIETRO LA STORIA UFFICIALE, incontro con Aslak Nore, autore di Il cimitero del mare (Marsilio), conduce Diego De Silva. Il romanzo ruota attorno alla morte della novantacinquenne matriarca Vera Falck, che porta con sé due grandi misteri: il testamento introvabile e un vecchio manoscritto che dovrebbe rivelare la verità sul naufragio del marito durante la Seconda Guerra mondiale. La nipote Sasha decide di indagare su entrambi, nonostante il padre cerchi di dissuaderla. Con l’aiuto del giornalista John Berg, Sasha si immerge in un’epica ricerca piena di suspense, emozioni forti, romanticismo e inchiesta, che potrebbe svelare segreti in grado di scuotere il potere della dinastia Falck e la storia ufficiale del suo paese. Il romanzo, un’affascinante saga familiare, si trasforma anche in un potente affresco geopolitico, diventando un caso internazionale ancor prima dell’uscita in patria. Aslak Nore sarà una bella scoperta, per il pubblico di Salerno. Anche perché la sua biografia è già un romanzo d’avventura.
Alle 19 a Palazzo Fruscione, FINZIONI OGNI STORIA D’AMORE È UNA STORIA DI FANTASMI, incontro con Maria Grazia Calandrone, autrice di Magnifico e tremendo stava l’amore (Einaudi), conduce Antonella Trotta. Luciana, trentanove anni, nel gennaio 2004 uccide l’ex marito Domenico insieme al nuovo compagno, gettando il corpo, che sarebbe stato ritrovato un mese dopo a Ostia, nel Tevere. Assolti entrambi, lei per legittima difesa, lui per non aver commesso il fatto. A partire da questo caso di cronaca, l’autrice, vicina alla storia per l’esperienza vissuta della madre che si suicidò per sfuggire al marito oppressivo, cerca di capire le dinamiche sottostanti. Il libro analizza le motivazioni umane e legali di questa decisione, mettendo in discussione il concetto di vittimizzazione e cercando di comprendere le radici della violenza. L’opera non condanna, ma descrive poeticamente l’ambivalenza dell’amore e della violenza, trascende lo sguardo superficiale per offrire una prospettiva più complessa e empatica sulla natura umana.
Alle 19, alla chiesa dell’Addolorata, FINZIONI TEMPIO DEL FUTURO PERDUTO: WALTER SITI! Incontro con Walter Siti, autore di I figli sono finiti (Rizzoli), conduce Gennaro Carillo. In un gioco del destino, due individui molto diversi si trovano a vivere uno di fronte all’altro in un palazzo milanese. Augusto, settantenne con un cuore trapiantato e recentemente vedovo, affronta la sofferenza con cinismo; Astòre, ventenne deluso dalla sua stessa precocità di bambino prodigio, si ritrova ad essere un eremita digitale. Nel raccontare la loro mutua diffidenza che si trasforma lentamente in una strana amicizia, Siti ci parla delle mutazioni in corso nella società contemporanea. In un mondo dove lo sviluppo tecnologico procede a un ritmo frenetico e nessuna certezza sembra riuscire a tenergli dietro, dove le relazioni umane sono fragili e l’idea di un futuro post-umano rischia di cancellare l’umanità stessa, Siti mette in scena due personaggi che rappresentano risposte errate alla stessa domanda sul progresso e la sua direzione. Augusto e Astòre, nonostante le loro risposte sbagliate e le loro ferite personali, attraverso il loro incontro si confrontano con la morte e con il senso ultimo della vita.
Alle 19 al Museo Diocesano FINZIONI GATTOPARDI CON FANTASMI, incontro con Ruggero Cappuccio, autore di La principessa di Lampedusa (Feltrinelli). Conducono Titta Fiore e Erminia Pellecchia. Nel maggio del 1943, Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, torna a Palermo tra le rovine della guerra. Mentre riprende possesso del palazzo di famiglia, ricorda i giorni di splendore della città. Nonostante il presente sia cupo, Beatrice si impegna a proteggere e aiutare gli altri. Il futuro, incerto e promettente, è rappresentato dai figli Giuseppe e Eugenia. Quest’ultima, appassionata di astronomia, ammira la libertà di Beatrice, contrastata dalla famiglia che vuole imporle un matrimonio combinato. Beatrice, determinata a garantire un futuro migliore ai suoi figli, organizza un ricevimento per i nobili palermitani, sfidando la guerra imminente. Ruggero Cappuccio riporta in vita questa figura affascinante, madre dell’autore del Gattopardo, dando voce alla sua storia e ai suoi segreti familiari.
Alle 19, nello spazio Matteotti, SPAZIO RAGAZZI / SPETTACOLO KAFKA PER COMINCIARE: INSETTO – LETTURA ANIMATA liberamente ispirata a La metamorfosi e Lettera al Padre di Franz Kafka, di e con Flavia D’Aiello. Niente sembra andare bene per il giovane Gregorio, sembra che nessuno lo comprenda davvero tranne gli insetti, che ama osservare nella natura e con il microscopio. Affascinato fin da piccolo da questi esserini a sei zampe, il ragazzino un giorno vede la sua vita sconvolta nel momento in cui viene morso da una rara specie di scarafaggio e comincia a trasformarsi. Chiuso nella sua stanza, rifiutato dalla famiglia, il ragazzo dovrà a tutti i costi apprendere le nuove regole che governano la sua esistenza. E capire come sopravvivere.
Alle 19.15, al Duomo, PROLUSIONE SALERNO LETTERATURA 2024 con Diego De Silva, Le risposte impossibili. Bastano due righe e già ti è chiaro che stai leggendo De Silva. Inconfondibile. La prolusione – una parola che non a caso deriva dal latino ludus, gioco – gli si addice: quando De Silva pro-lude, non delude. E lo fa da moralista classico. Che significa: da spettatore della vita, da uno che non sente alieno, estraneo, alcunché dell’umano. E ci gioca. Magari con amabile perfidia e talora inclinando alla melanconia, ma sempre cogliendo – della vita – il ridicolo che in essa sempre si annida e sul quale scivola chi non sa ridere. In primo luogo di sé stesso. È dunque nel segno del riso che questa prolusione inanella una batteria di domande a loro modo ultime e votate allo scacco – a rimanere senza risposta – nel momento stesso in cui vengono poste. Ma sono domande giuste. E lo sono proprio perché fanno ridere. Perché la realtà sa essere ridicola. E il riso non di rado sottintende un disagio davanti ai brutti tiri che la realtà ci gioca. Ed è dal disagio che – per De Silva – nasce la letteratura.
Alle 19.30 all’Arco Catalano, IL RACCONTO DELLA SCIENZA CI SONO PIÙ COSE IN CIELO E IN TERRA. Incontro con Stefano Mazzotti, autore di Meravigliose creature (Il Mulino). Conduce Daria Limatola. Dalla Papua Nuova Guinea al Borneo, dall’Himalaya al Mekong, dallo Sri Lanka al Madagascar, fino alle maestose montagne della Tanzania. Ogni pagina di questo viaggio ci porterà a scoprire una miriade di specie che popolano il nostro mondo, ma che rischiamo di perdere prima ancora di poterle conoscere appieno. È giunto il momento di connetterci al nostro pianeta, riscoprendone la meraviglia e la straordinaria varietà. Ecco dunque srotolarsi davanti a noi una vasta gamma di motivi per impegnarci a preservare questa incredibile diversità. Dobbiamo agire affinché le generazioni future possano continuare a godere dell’incredibile spettacolo della vita, che supera di gran lunga anche le più ardite fantasie umane.
Alle 20 al Museo Diocesano CLASSICA CLEOPATRA MON AMOUR. Incontro con Aldo Schiavone, autore di Cleopatra. Una donna (Einaudi). Letture di Anna Della Rosa. Conduce Gennaro Carillo. Cleopatra ha dedicato l’intera esistenza a un progetto di straordinaria ambizione: spostare l’asse politico e culturale dell’impero romano verso Oriente, ponendo l’Egitto al centro di un sistema integrato con Roma. Se tale disegno fosse stato coronato dal successo, avrebbe segnato una svolta nella storia di Roma e, forse, d’Europa. Questa visione ha plasmato il suo rapporto con Cesare e successivamente con Antonio: all’apparenza subalterno nel primo caso, ma trasformandola in una leader indiscussa nel secondo. La saga di Cleopatra si dipana attraverso sette momenti cruciali a partire dalla notte prima della battaglia di Azio, fi no al suicidio ad Alessandria, nel Palazzo dei Tolomei, fra l’8 e il 10 agosto del 30. Anna Della Rosa, attrice sensibilissima dalla presenza scenica non comune (è la non-fidanzata di Romano/Carlo Verdone ne La Grande Bellezza di Sorrentino), leggerà fonti antiche e moderne che hanno contribuito a trasformare Cleopatra da personaggio storico in mito.
Alle 20.10, nella chiesa dell’Addolorata, MERIDIANO K I PADRI E I FIGLI. FANTASMI KAFKIANI NELLA LETTERATURA ITALIANA DEGLI ANNI VENTI. Lectio magistralis di Matteo Palumbo. Introduce Giorgio Sica. Meridiano K, la sezione dedicata a Kafka, si apre con la lectio di un grande italianista, Matteo Palumbo. Il quale tuttavia non affronterà il tema delle presenze kafkiane o del kafkismo più o meno consapevole di scrittori del nostro Novecento (valga per tutti il Goffredo Parise de Il padrone), ma quello dei fantasmi, dei rapporti non documentabili sul piano storiografi co. È sul fantasma per eccellenza, quello amletico del padre, che Federigo Tozzi e Italo Svevo ‘incontrano’ Kafka, stabilendo con lui una misteriosa corrispondenza a distanza. Una corrispondenza nella distanza che richiama il ‘metodo’ di un altro celebre primogenito novecentesco, anche lui capace come pochi altri di deludere le aspettative paterne: Aby Warburg. Se poi si considera che Svevo legge Kafka e che di Kafka si vale Giacomo Debenedetti per interpretare Tozzi, ecco che i conti tornano.
Alle 20.15 al Duomo, VERIFICA DEI POTERI / GIUSTIZIA DIETRO LA PORTA CHIUSA. Incontro con Daria Bignardi, autrice di Ogni prigione è un’isola (Mondadori). Conduce Rosanna Carpentieri. Il carcere, un universo simile alla giungla amazzonica o a un paese in guerra, è stato per Daria Bignardi un terreno di esplorazione profonda. Da quando trent’anni fa ha varcato per la prima volta quelle porte, ha mantenuto un legame costante con quel mondo. Dal giornalismo alla televisione, dalla visita a parenti detenuti fino alla collaborazione culturale, ha attraversato le esperienze umane più disparate: ladri, rapinatori, mafi osi, terroristi, e assassini. Ha conosciuto anche coloro che lavorano dietro le sbarre: agenti di polizia penitenziaria, giudici, e direttori di istituto. La sua esperienza si è intrecciata con l’isolamento a Linosa, dove per mesi ha cercato di elaborare ciò che aveva vissuto e ascoltato. Ma anche lì, il carcere l’ha seguita sotto forma di ricordi e rifl essioni. Attraverso il suo libro ci trasporta nel cuore di questo mondo, con la stessa voce autentica che l’ha sempre contraddistinta. Il suo racconto non è solo politico, ma soprattutto personale, intessuto di ritratti, rifl essioni e ricordi.
Alle 20.30 all’Arco Catalano, VERIFICA DEI POTERI / POLITICA BLACK MIRROR. Incontro con Fabian Scheidler, autore di La fine della megamacchina. Storia di una civiltà sull’orlo del collasso (Castelvecchi). Conduce Angela Linda Lettieri. La “megamacchina” è il sistema economico che arricchisce una piccola élite di super-ricchi, mentre il lavoro scarseggia e i disastri climatici aumentano. Gli Stati sostengono questo sistema con armi e denaro, propagando l’ideologia del progresso continuo. Tuttavia, la megamacchina non è inevitabile, sebbene sia equiparabile al Grande Altro di Lacan è frutto di cinque secoli di capitalismo e dipende dall’azione quotidiana delle persone. In un’epoca di instabilità, anche le piccole azioni possono provocare cambiamenti. Non si tratta di una rivoluzione globale, ma di una serie di rotture che mettono l’essere umano al centro. Fabian Scheidler esplora le origini del progresso e prova a immaginare il nostro futuro con o senza la megamacchina.
Alle 21 alla chiesa dell’Addolorata, CLASSICA SULLA GUERRA. OMERO E GLI ALTRI. Gennaro Carillo dialoga con Eva Cantarella. Dall’Iliade in avanti, i Greci hanno pensato – e rappresentato – la guerra con una radicalità senza eguali. La guerra come elemento costitutivo della politica, dunque: questo dice la, non implausibile, parentela etimologica tra polis e polemos. Ma anche sui ‘nomi’ della guerra i Greci hanno dato prova di rigore concettuale ineguagliato: per esempio, distinguendo la guerra contro un nemico esterno (defi nita polemos, appunto) da quella che lacera la comunità dall’interno, la guerra intestina (stasis), che a Roma sarà il bellum civile. Distinzione cui corrisponde un opposto giudizio di valore: essendo il polemos una guerra moralmente ‘bella’, la stasis una “zuffa di galli dentro una gabbia”, come la chiama Eschilo, indegna di un uomo giusto. In un tempo come il nostro, contraddistinto da scenari di guerra dagli esiti imprevedibili, e con il clima di guerra civile che si respira in America alla vigilia di elezioni presidenziali drammatiche, è importante riflettere sul tema. Lo faremo con una delle nostre antichiste più insigni e amate, presenza fissa a SalernoLetteratura, Eva Cantarella.
Alle 21 al Museo Diocesano, FINZIONI JOHN FLORIO, LO SCRITTORE FANTASMA. Incontro con Stefano Reali, autore di Shakespeare Aenigma. La prima incarnazione di John Florio (Florestano). Letture di Yari Gugliucci. Introduce Vincenzo Salerno. Nel tardo Cinquecento, l’italiano diventa la lingua principale nelle corti europee e John Florio, figlio di un intellettuale fuggito dall’Inquisizione, torna a Londra per insegnarlo. Innamorato del teatro rinascimentale, vede nel nascente teatro elisabettiano un’opportunità. Decide di tradurre novelle italiane per la scena, ma, consapevole del pericolo per lui e suo padre, chiede a William Shakespeare di firmare i suoi lavori. Il successo dei drammi fa di Shakespeare una celebrità, mentre John scrive nell’ombra. Unendosi alla Scuola della Notte, assiste a evocazioni di spiriti e comprende il prezzo della fama eterna: la morte violenta. Anziano e amareggiato, fa un patto con Mefistofele per rivivere con coraggio, ma a che prezzo?
Alle 21.30 all’Arco Catalano, FINZIONI IN MEMORIA DI ME. Incontro con Francesca Manfredi, autrice di Il periodo del silenzio (La nave di Teseo). Conduce Francesca Salemme. Cristina Martino, una giovane archeologa precaria, conduce una vita ordinaria e monotona a Torino, priva di traumi significativi. Nonostante qualche breve relazione sentimentale e un flirt con Daniele, la sua vita prende una svolta inaspettata quando decide, per un impulso improvviso, di cancellare i suoi profili sui social media. Questo gesto apparentemente banale diventa la prima tappa di un viaggio verso il silenzio interiore, poiché Cristina smette gradualmente di comunicare con gli altri. Questo processo la porta a ridurre al minimo i contatti verbali con familiari e amici fino a eliminare completamente ogni forma di comunicazione. Mentre Cristina scivola sempre più nella rarefazione e nell’invisibilità fisica, il suo silenzio attira l’attenzione dei media e diventa oggetto di emulazione da parte di molte persone, che attribuiscono al suo gesto significati profondi e universali. Tuttavia, la vera Cristina scompare sempre più nel silenzio, lasciando tutti a interrogarsi sul suo destino e sulla possibilità di un suo ritorno.
Alle 22.30 al Duomo, INCANTO ABSOLUTELY LIVE. CARLO MASSARINI! Incontro con Carlo Massarini, autore di Vivo dal vivo 2010–2023 (Rizzoli). Conduce Francesco Acampora. Carlo Massarini si riappropria del palcoscenico musicale, con il suo stile inconfondibile e intimo. Testimone di 120 concerti, li vive e li cattura con la sua lente fotografica, restituendoci un racconto avvincente, serata dopo serata. Le emozioni si materializzano attraverso le sue parole, le immagini e le interviste ai protagonisti, offrendoci un’esperienza coinvolgente e autentica. Nella sua selezione, Massarini abbraccia sia le leggende sia le promesse emergenti, senza distinzioni di nazionalità o di genere. Il rock, il blues, il jazz, il rap e la world music si fondono in un melting pot sonoro che riflette un’epoca senza confini, dove ogni espressione artistica è possibile. Il libro è una testimonianza tangibile della vitalità della scena musicale contemporanea. Un’ode alla musica “dal vivo”, il momento cruciale in cui gli artisti si rivelano e si consacrano definitivamente.
Alle 23.45, nello spazio Matteotti, DURANTE LA SERA / VERSO LA NOTTE. Nel tratto umano di Francesco Durante, il primo direttore artistico di SalernoLetteratura, spiccavano l’amore per la vita, il sorriso, la gioia dell’incontro. È dunque nel segno dell’incontro – e del ricordo gioioso di Francesco – che ci si vedrà nel dopo-festival, quando i ritmi del programma ordinario si allentano e ci si può finalmente abbandonare a una conversazione informale con tutto lo staff e alcuni dei protagonisti della giornata. Un’arte, quella della conversazione, della quale Francesco era maestro. Una kafkologa, e prima ancora kafkofila, Chiara Mancini, parlerà della sua passione divorante per il grande Praghese. In Kafka la notte assume spesso un ruolo decisivo: è il tempo nel quale accade qualcosa, che non è dato conoscere, e dei cui effetti ci si accorge soltanto al risveglio