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«Di oro, di fango e di piombo», Michele Spiezia racconta mezzo secolo d’Italia tra sport e cronaca

Stampa
Michele Spiezia, giornalista de “La Stampa”, raccoglie nell’ottimo “Di oro di fango e di piombo” (Coltura Edizioni) trent’anni di vita italiana. Dal 1968 al 1998, mischiando la cronaca con lo sport, i trionfi negli stadi con gli anni bui nelle strade. Il piombo delle P38 con l’oro delle medaglie. Gli abbracci e le urla nelle curve agli slogan dei cortei che marciavano nelle città.

La sua è una narrazione serrata, puntuale, ricca, alla quale non sfugge nulla. Costruita quasi al ritmo di una telecronaca sportiva. Ed è in questo vortice che tutto si fonde travolgendo il lettore in un viaggio nel tempo. Trent’anni in cui lo Sport e la Storia dimostrano senza sconti di appartenersi, intrecciarsi, influenzarsi, a differenza di chi ancora oggi è convinto che una partita o una gara siano solo puro intrattenimento. La forza narrativa di questo libro dissolve diversi luoghi comuni, quelli che incorniciano le dinamiche sportive come eventi che nulla hanno a che fare con tutto ciò che accade fuori da uno stadio o da un palazzetto dello sport.

Qui la strage alla stazione di Bologna, la P2 e le vicende di Licio Gelli, le volate del Pirata Pantani, il volo di Sara Simeoni sul tetto del mondo; e ancora l’incubo di Aldo Moro e il dramma di Enzo Tortora, le prodezze di Paolo Rossi, lo sbarco sulla luna, la Valanga Azzurra, Mani Pulite, i desaparecidos, Emanuela Orlandi. Storie e Sport che appartengono e apparterranno a tutte le generazioni: a chi quegli anni li ha vissuti e a chi oggi, troppo giovane per ricordare, potrebbe rispecchiarsi nei corsi e ricorsi storici; eventi che non ci abbandonano, ma restano avvinghiati alle nostre vite, avvolgendoci con le radici intricate del grande albero della Storia.

Il libro, è stato presentato oggi,  22 giugno, al festival Salerno Letteratura. Con l’autore dialogherà la giornalista de “il Mattino”, Giovanna Di Giorgio.

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