Contrariamente a quanto si pensa, il Manager di Destinazione non è un semplice gestore di DMO (Destination Management Organization) né può essere assimilato a un agente di viaggio o di commercio. Come sottolineato da Claudio Pisapia su Il Denaro, il Manager di Destinazione è l’amministratore delegato del sistema turistico di una destinazione. La sua missione non è organizzare eventi effimeri o gestire posti letto, ma scrivere e valorizzare l’identità del territorio, esaltandone le peculiarità e le eccellenze.
Questa professione rappresenta il cuore pulsante della governance turistica locale, determinando e attuando la volontà della governance della destinazione. Il Manager di Destinazione ha il compito di sviluppare il valore potenziale di un territorio, promuovendo le sue unicità e contribuendo a costruire un’immagine coerente e attraente per i visitatori.
Pisapia critica la recente proliferazione di associazioni di “destination manager” che, secondo lui, distorcono il vero significato di questa figura, assimilandola a ruoli non correlati e non pertinenti. Il Manager di Destinazione, come definito nella legge sul Made in Italy, è ben lontano dall’essere un semplice gestore di DMO; è invece un ruolo strategico, pensato per rafforzare il turismo di qualità e la promozione del Made in Italy.
La legge prevede un percorso formativo specifico per questa professione, un aspetto che distingue ulteriormente il Manager di Destinazione dalle altre figure operative nel settore turistico. In molte regioni italiane, le destinazioni turistiche devono ancora essere pienamente sviluppate e organizzate. La presenza di un Manager di Destinazione competente è fondamentale per trasformare queste aree in destinazioni di successo, capaci di attirare turisti e generare valore economico e culturale.
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