“L’argomento ha un grosso equivoco perché riguarda tre situazioni completamente diverse” – continua Cammarota – “ovvero la vendita degli alcolici ai minori di anni 16, la possibilità di asporto, la vendita degli alcolici ai maggiorenni. A monte e a valle c’è la legge, con la sanzione penale e amministrativa”.
“Non dobbiamo confondere i livelli” – insiste Cammarota – “perché ai minori di anni 16 non si possono somministrare alcolici, è reato e comporta la chiusura del locale. Per l’asporto si vuole tutelare il decoro e l’igiene ma già vi sono sanzioni per chi sporca che si possono aumentare fino a come si vuole. Ed allora perché impedire a persone adulte di poter sorseggiare una birra e andarla a bere a lungomare, gettando poi la bottiglia nel cestino?”
“Imporre alle persone maggiorenni, e in particolare agli stranieri in una città che vuole definirsi turistica, obblighi farraginosi, è un controsenso”, conclude Cammarota, per il quale “il proibizionismo diventa un modo per fuggire dalle responsabilità di governo e dagli obblighi di controllo”.