Secondo l’impostazione accusatoria condivisa allo stato dal giudicante, gli indagati avrebbero costituito e partecipato ad una stabile organizzazione, localizzata nel comune di Baronissi e dotata di un’accurata ripartizione di ruoli e compiti, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti di varia tipologia ovvero crack, cocaina ed eroina.
La medesima organizzazione, sempre secondo l’impostazione accusatoria, avrebbe approfittato dell’arresto e della detenzione, nella casa circondariale di Salerno Fuorni, di un loro associato per trasferite le cessioni di sostanza stupefacente anche all’interno dell’istituto penitenziario, sfruttando la presenza di detenuti tossicodipendenti disposti ad acquistare la sostanza stupefacente commercializzata dal gruppo ed introdotta all’interno della struttura con diverse modalità ossia attraverso la predisposizione e la spedizione di pacchi destinati a detenuti, la consegna da parte di familiari durante i colloqui.
La medesima sostanza stupefacente veniva pagata mediante ricariche effettuate dai congiunti degli assuntori detenuti su due carte prepagate riconducibili al gruppo criminale.
Il provvedimento cautelare è ovviamente suscettibile di impugnazione e le accuse così formulate saranno sottoposte al vaglio del giudice nelle fasi ulteriori del procedimento.
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