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Grazie alle firme dell’8×1000, a Salerno, “il Dormitorio don Tonino Bello”, è un punto di riferimento

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Condomini solidali, doposcuola, poliambulatori, case di accoglienza, dormitori, mense, restauri di beni culturali e artistici, stanziamenti per calamità naturali o emergenze umanitarie nel mondo: sono solo alcuni esempi dell’articolata rete di aiuto messa in campo dalla Chiesa per rispondere alle nuove povertà e a fasce di popolazione con bisogni diversi e sempre più complessi. Il tutto è possibile con il supporto dell’8xmille alla Chiesa cattolica che dal 1990 realizza ogni anno migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

 

Il lavoro incessante di tanti operatori, volontari, religiosi e religiose è stato illustrato nella campagna promozionale dell’8xmille 2024 che si è appena conclusa e ha raccontato, attraverso sette storie di speranza e di coraggio, il valore della gratuità e gli sforzi di una Chiesa in uscita, che si prende costantemente cura dei più deboli.

Ne è una dimostrazione concreta il Dormitorio don Tonino Bello, situato all’interno del centro storico di Salerno, che offre risposte concrete ai bisogni delle persone in condizione di povertà estrema. La struttura fa parte del Polo della carità, un sistema di accoglienza diffusa che garantisce interventi di sostegno e supporto a chi vive in stato di disagio. Una rete solidale che si snoda in varie sedi nel cuore della città: a ridosso della Cattedrale e della sede arcivescovile, vi sono il Dormitorio “Gesù Misericordioso” e il Centro diurno “San Francesco di Paola”, strutture a bassa soglia per persone senza fissa dimora. Le donne sole o con minori, in fuga da guerre o in uno stato di difficoltà, trovano una casa accogliente a Via Angrisani. La Mensa intitolata a “San Francesco” distribuisce quotidianamente 200 pasti per pranzo servendone circa 75/80 in sala e 30/35 da asporto oltre a quelli per gli ospiti dei Dormitori da servire a cena.

 

A Piazza San Francesco, annesso al Convento dei Frati Cappuccini, si trova il Dormitorio (di secondo livello) intitolato a “Don Tonino Bello” che completa il cerchio della solidarietà che la Chiesa salernitana, attraverso la Caritas, ha attivato sul territorio a favore dei fratelli che vivono in difficoltà economiche e sociali. Qui soggetti in emergenza abitativa sono avviati ed accompagnati in un percorso di reinserimento sociale e, ove possibile, lavorativo. La casa è il cuore del progetto che, fornendo una stabilità abitativa ai suoi ospiti, favorisce poi il recupero progressivo dell’autonomia. I beneficiari vivono in spazi condivisi con regole di rispetto reciproco; ognuno ha una camera personale, mentre altri spazi sono in comune come, ad esempio, la cucina e i servizi igienici.

“Accogliere spiega don Flavio Manzo, direttore della Caritas di Salerno – significa essere vicini a chi è solo e donare speranza a chi ha perso la fiducia. La povertà è multidimensionale, non è solo fame e mancanza di denaro. È povertà di speranza, di opportunità, di scelta.”.

L’approccio della Caritas diocesana, supportata dai fondi 8xmille, si basa su azioni strutturate, articolate sulla presa in carico, sul potenziamento delle capacità della persona e sulla costruzione di un tessuto relazionale, attraverso progetti educativi individualizzati e finalizzati alla ripresa di una graduale autonomia. “Quest’opera ha un impatto molto forte sulla comunità locale perché è l’unico posto – spiega don Antonio Romano, vicario episcopale – dove si può trovare accoglienza sia nell’estremo freddo come anche nell’estremo caldo. Amo dire ai miei operatori, ai volontari, che tutti siamo poveri, nel senso che tutti abbiamo una povertà da dover riconoscere, da dover condividere, perché solo condividendola poi diventa una ricchezza perché diventa un momento di comunione”.

La richiesta di aiuto, dunque, aumenta nel periodo invernale quando, alle difficoltà quotidiane di chi non riesce a mantenere una dimora stabile si aggiungono quelle legate a temperature rigide.

“Al dormitorio accogliamo senza fissa dimora, persone che hanno un disagio abitativo, un disagio affettivo –aggiunge Ilaria Amoroso volontariae in questo posto cercano di trovare un rifugio. È quel senso di ritorno a casa e di calore che forse la loro vita gli ha fatto dimenticare. In media abbiamo tra i 25 e i 30 ospiti. Nel periodo di emergenza freddo arriviamo anche a toccare le 60 persone, considerando un po’ tutti i dormitori cittadini della nostra diocesi”.

 

Presso il dormitorio “Don Tonino Bello” è stato attivato un servizio di ospitalità rivolto ai senza dimora di lunga durata in emergenza abitativa, in cui l’accoglienza è accompagnata da progetti individualizzati con il macro-obiettivo di superare progressivamente le condizioni di vulnerabilità. La proposta è articolata in rete con il Centro di Ascolto diocesano e con i centri parrocchiali, condividendo la corresponsabilità di accompagnare le persone in un processo di autonomia. “Molto spesso – prosegue il direttore – il dormitorio o la mensa sono il primo posto che la persona in difficoltà raggiunge per avere un aiuto immediato”.

“Quando sono qui mi sento come a casa mia – confida Kacem Riahi ospite – Ho lavorato in Italia, poi sono arrivati problemi di salute e sono andato in pensione.  Ho tre figli e mi sono trovato in difficoltà. Qui mi hanno aiutato per comprare le medicine, per effettuare le visite mediche, mi hanno dato tutto; hanno accolto tutti e non hanno lasciato nessuno fuori”.

 

Nei primi due mesi dall’apertura del Polo (novembre-dicembre 2022), nel Dormitorio sono state servite circa 1.800 cene e altrettante colazioni e distribuiti oltre 400 capi di abbigliamento e scarpe a chi ne aveva bisogno. La presenza media giornaliera è stata di circa 30 persone per quanto concerne il Dormitorio e la cena, di 20 ospiti per il Centro diurno, nel quale è possibile trascorrere al caldo le fredde giornate invernali.

Disponibile sia sul sito 8xmille.it che sul canale YouTube il video relativo al “Dormitorio don Tonino Bello”, che racconta, attraverso la testimonianza di chi la vive quotidianamente, un’opera che offre un sostegno tangibile nel segno della solidarietà.

Il video può essere condiviso al seguente link: https://youtu.be/6ZZmOBbXITc?si=cl0TPAhYj5-Uze7M

 

L’8xmille è quindi un vero e proprio moltiplicatore di risorse e servizi che ritornano sul territorio a beneficio di tutti. Un sostegno concreto per i più fragili che fugge le logiche del mero assistenzialismo ma anzi diventa un volano di percorsi di promozione umana. “Il welfare cattolico – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – si è evoluto nel corso degli ultimi decenni e ormai, oltre alla presenza fondamentale dei volontari, coinvolge anche diverse figure professionali per rispondere alla complessità delle esigenze e per spingersi oltre le forme assistenziali. Le nostre parrocchie ed i nostri servizi aprono le porte per accogliere le molteplici sfide della povertà, senza dimenticare l’importanza di operare in rete con le altre risorse presenti sul territorio.”

Tutto questo è reso possibile da una semplice firma, quella per l’8xmille, grazie alla quale la Chiesa non lascia indietro nessuno: poveri, immigrati, disoccupati, anziani, giovani, donne sole e famiglie vulnerabili. “Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro straordinario svolto dalla macchina del volontariato – aggiunge Monzio Compagnoni – ci sarebbe un vuoto enorme”.

 

Nel 2023 sono stati assegnati oltre 243 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 13 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 ad interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 403 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 352 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici anche con interventi di restauro per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché sostenere l’indotto economico e turistico locale.

 

La campagna ha messo in luce la relazione tra la vita quotidiana di tutti noi e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi gesti di altruismo che capita di compiere nella vita e che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie.

Ideata dall’agenzia VML: la creatività è di Pierfranco Fedele e Anna Mochi Onori sotto la direzione creativa di Massimiliano Traschitti e Antonio Codina, la regia è di Edoardo Lugari. Le foto sono di Francesco Zizola. La casa di produzione è Casta Diva/Masi Film.  La campagna è stata pianificata su tv e web con sette soggetti nei formati 20”, 15” e 6”, a seconda del canale e dei diversi target, oltre a stampa, affissione e radio.

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