Parco del Mercatello: Un Inspiegabile Imbarazzo
Ad oggi, se dovessimo fare un piccolo bilancio delle numerose iniziative avviate nel Parco del Mercatello, saremmo confusi e un po’ delusi. Precisiamo che tutte queste iniziative non comportano alcun onere di spesa per la pubblica Amministrazione. Anzi, contribuiamo sistematicamente con ulteriori esborsi, tra tasse di occupazione del suolo pubblico, bolli ed altre gabelle che ci vengono regolarmente richiesti per ogni iniziativa, e che noi abbiamo sempre corrisposto.
Ciò che rimane un mistero per noi è il motivo per cui, nonostante la buona volontà di voler rendere il Parco del Mercatello un meraviglioso volano d’arte e cultura, e nonostante l’impegno e la fatica per mettere insieme eccellenti figure professionali del nostro territorio nei campi del teatro, della danza, del cinema e dello sport, incontriamo difficoltà a realizzare i nostri progetti. Purtroppo, spesso il vero ostacolo sembra essere la stessa burocrazia.
Abbiamo partecipato al bando presentato dal Comune di Salerno, che specificava nel dettaglio le modalità di utilizzo del parco per eventi culturali. Tuttavia, nonostante la nostra adesione alle richieste e il pagamento di un fitto mensile, ci troviamo a dover affrontare continui ostacoli burocratici che rallentano o impediscono la realizzazione delle attività programmate.
Inoltre, avevamo proposto l’installazione di bacheche informative all’esterno del parco, con l’obiettivo di aumentare le informazioni disponibili per i frequentatori, inclusi gli orari di apertura e chiusura e le iniziative in programma. Anche in questo caso, la burocrazia ha rappresentato un ostacolo significativo, impedendo l’implementazione di una misura semplice ma utile per la comunità.
Siamo abituati alle lungaggini burocratiche dei permessi; le capiamo e, anche se non le condividiamo del tutto, le accettiamo. Tuttavia, ciò che risulta difficile da accettare è l’inerzia e la mancanza di spiegazioni coerenti.
Nel nostro primo bilancio, ci sentiamo in dovere di scusarci con tutti coloro che abbiamo coinvolto nella fase iniziale. Questi, in nome di un sentimento comune, hanno creduto che fosse possibile fare bene e farlo insieme. Signore e signori, ci scusiamo, la nostra colpa è stata di aver creduto anche noi in un progetto che sembrava una favola.
Come società aggiudicatrice, auspichiamo una maggiore sinergia con l’Amministrazione, al fine di creare un modello di best practice tra pubblico e privato.
Rimane la speranza che qualcuno si svegli dal torpore e riesca a superare gli ostacoli burocratici per il bene della città.