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Aumentano i conflitti in carcere: appello di Ciambriello per più mediatori

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Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha lanciato un accorato appello in seguito all’omicidio avvenuto nel carcere di Fuorni. L’episodio, che ha visto un detenuto tunisino ucciso dal suo compagno di cella, ha evidenziato la necessità di un maggior numero di mediatori culturali e professionisti all’interno delle strutture penitenziarie.

Ciambriello ha sottolineato che l’aumento dei conflitti nelle carceri richiede interventi urgenti. “L’omicidio è stato particolarmente sconvolgente perché la vittima, con problemi di deambulazione, era affidata al detenuto che poi l’ha uccisa,” ha dichiarato Ciambriello. “Questo dimostra che, oltre a medici e infermieri, sono necessari psicologi, psichiatri, assistenti sociali e, soprattutto, mediatori culturali, data l’alta presenza di detenuti stranieri.”

Il Garante ha evidenziato anche il problema del sovraffollamento e della carenza di agenti di polizia penitenziaria. “A Fuorni ci sono 574 detenuti in un carcere che dovrebbe ospitarne al massimo 372. Di questi, 85 sono stranieri, un numero in continuo aumento rispetto ai 55 del 2023,” ha spiegato. “L’alta percentuale di detenuti stranieri rende indispensabile il ruolo dei mediatori culturali.”

Ciambriello ha rivolto il suo appello non solo al Ministero, ma anche alle Asl, affinché garantiscano la presenza di esperti del settore all’interno delle carceri. “I dati mostrano che gli eventi critici aumentano di anno in anno, specialmente nella casa circondariale Antonio Caputo, dove la mancanza di operatori pubblici e privati continua a essere una delle emergenze più gravi.”

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