La mobilitazione si inquadra nella battaglia per il riconoscimento di un salario minimo da 10 euro l’ora, specie laddove tale livello salariale raramente è previsto nei contratti applicati agli appalti e ai subappalti aventi ad oggetto svariate tipologie di affidamento di servizi pubblici locali.
La petizione, che affronta la problematica reddituale in un’ottica complessiva pur nella specificità della realtà di Salerno, conterrà anche una serie di proposte finalizzate a contrastare il caro-affitti, l’espulsione delle classi popolari dal centro storico, la fuga delle giovani generazioni da Salerno e mirate alla restituzione degli spazi pubblici ai cittadini.
Le proposte saranno illustrate nel corso della conferenza stampa.