“Per fare bene in questo campionato, serve molta personalità e la cosa più importante è fare bene come squadra, perché i campionati si vincono con un gruppo forte e coeso. Prima di venire qui, tutti mi hanno parlato benissimo di Salerno: si vive bene, il tifo è caloroso e la città è meravigliosa”.
“Uno dei motivi per cui ho scelto Salerno è proprio perché è una piazza diversa dalle altre, con uno stadio e un tifo importanti. Non vedo l’ora di segnare e esultare sotto la Curva. La mia emozione più grande è stata vincere l’Europeo Under 19, un percorso lungo con un gruppo di amici che ha regalato emozioni indescrivibili. In passato ho giocato sempre a centrocampo, sia in un centrocampo a due, sia in uno a tre, come mezzala e come regista, che è il mio ruolo preferito”.
“Mi piace la storia e, se non fossi diventato calciatore, sarei diventato archeologo. Ho qualche portafortuna a cui sono molto legato. L’anno scorso mi chiamavano “El Niño” perché ho un viso da bambino, ma in campo sono tutt’altro. Ai tifosi della Salernitana dico che daremo tutto per questa maglia e faremo del nostro meglio.”