L’utente aveva aperto un link killer ricevuto sulla chat istituzionale PostPay in cui veniva allertato circa una frode in corso a suo danno e, facendo affidamento sulla serietà di detta chat, seguiva le istruzioni per bloccare l’accesso illecito, ricevendo conferma su chat del blocco di operazioni in uscita; solo dopo scopriva di essere stato vittima di una truffa e aver autorizzato egli stesso i pagamenti fraudolenti.
Il ricorrente adiva l’ABF lamentando una pacifica falla nel sistema informativo di poste Italiane comprovata dal fatto di aver ricevuto i messaggi killer sulla chat istituzionale su cui faceva affidamento; contestava inoltre il mancato ricevimento degli SMS Allert da parte di PostePay (conferme di pagamento) che avrebbero allertato/insospettito l’utente (evitando lo svuotamento del conto) e l’omessa identificazione forte delle operazione (prevista ex lege).
L’ABF riconosce che “PostePay non ha dato prova di come siano state svolte le operazioni contestate e del processo di autenticazione forze previsto a garanzia del correntista, accogliendo il ricorso con riconoscimento del diritto del ricorrente alla restituzione della somma di euro 10.600,00, oltre spese”.
Fonte: Studio Legale associato Caponigro Orlando e De Luca Antonella