Lo afferma il deputato di Forza Italia e Sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, a margine della sua visita presso il penitenziario di Salerno nell’ambito dell’iniziativa “Estate in carcere” promossa dal movimento azzurro insieme al Partito Radicale. Il deputato Ferrante ha incontrato il direttore del carcere, Gabriella Niccoli, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza, Monica Amirante, il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, una rappresentanza dei detenuti, degli Agenti di Polizia penitenziaria e del personale della struttura.
“A fronte di una capienza di 376 detenuti, il carcere di Fuorni ne ospita 590. Questo è il primo e più importante vulnus da affrontare e da risolvere – aggiunge – per assicurare le giuste condizioni di detenzione. Il dl Carceri, che ci accingiamo ad approvare nei prossimi giorni alla Camera, contiene misure fondamentali come l’assunzione di mille agenti in due anni e la figura del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che avrà il compito di accelerare gli interventi contro il sovraffollamento degli istituti carcerari”.
“Come Forza Italia abbiamo inoltre ottenuto che i detenuti ultrasettantenni possano accedere alla misura della detenzione domiciliare e che i detenuti tossicodipendenti possano espiare la pena nelle comunità terapeutiche, così da alleggerire il sovraffollamento carcerario. La grande questione da affrontare, tuttavia, resta quella dell’abuso della carcerazione preventiva: una stortura tutta italiana sulla quale daremo battaglia. Ringrazio il direttore della casa circondariale di Salerno, la dottoressa Niccoli, per il suo quotidiano impegno, gli Agenti di Polizia penitenziaria che svolgono con competenza il proprio ruolo e tutto il personale della struttura, anche per il grande sforzo profuso sul piano delle molteplici attività sociali a favore dei detenuti”.
“Come Forza Italia, in coerenza con il DNA liberale e garantista che ci ha tramandato il nostro presidente Silvio Berlusconi, porteremo avanti ogni iniziativa utile a passare da un sistema carcerocentrico ad uno umanocentrico, garantendo che la pena inflitta sia scontata in condizioni dignitose e – conclude Ferrante – favorendo percorsi di rieducazione e reinserimento sociale che facciano del carcere un luogo di rinascita”
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