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Punture di Spillo del 13 agosto 2024 (di Enzo Todaro)

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“Teatro dieci atti unici“. È il titolo che campeggia sul libro firmato da Carlo Vigorito. Di getto ho pensato, sbagliando, che un mio anziano collega, noto per i testi teatrali in cui primeggiava, avesse usato uno pseudonimo per nascondersi, si fa per dire, dalla meritata pubblicità.
Il dubbio amletico è svanito come nebbia al sole! Ma Carlo Vigorito non è anche quel notissimo cardiologo, attento osservatore delle novità scientifiche in cui eccelle? Non è, forse, l’autore che nel recente passato si è cimentato in testi che, a mio modesto parere, andrebbero tanto bene per il teatro quanto per il cinema? Non ho dubbi!
L’autore vero e non posticcio è il professore Carlo Vigorito. A me noto per la stima che lo circonda e per avere risposto con uno dei suoi libri hai tantissimi interrogativi sulla esistenza terrena di uomini e donne “senza storia“.
Appena in possesso del libro ho iniziato a leggerlo con l’idea di non arrivare alla fine. Sono stato falso profeta di me stesso! Ho finito di leggerlo quando il sole pomeridiano di questo strano strano mese di agosto riscaldava ancor più.
Dieci “quadri“ teatrali che rappresentano altrettanti quadri di vita vissuta senza tempo. Il quadro-da non confondere con la pittura! che mi ha conquistato e forse “rapito“ è “Centoventisette“. Con minuta conoscenza l’autore espelle dalla memoria uno dei tanti uffici istituzionali che hanno quasi sempre un odore di chiuso e di cartacce sbiadite dal tempo: “ l’ufficio contenziosi“.
Piacevole l’incontro tra due donne. L’una aspettava da tempo di essere ricevuta dal “capo“ e l’altra che formula domande irritanti! Carlo Vigorito ha descritto con mano maestra l’ambiente, la donna addetta alle pulizie iniziate quando l’angusta stanza d’attesa era già gremita per la ristretta dimensione.
L’ingresso improvviso di un “ragazzo“ di bar. Era aduso a soddisfare le mattutine esigenze della prima colazione. A fronte di questa abitudine per i mortali “clienti“ esisteva una macchina che erogava caffè ma non funzionante. Nel leggere l’ultima fatica di Carlo Vigorito si vive, idealmente, la quotidianità. L’autore ci pone di fronte a tutto ciò che realmente avviene ogni giorno, ogni mattina. Non c’è nulla nulla di inventato.
di Enzo Todaro
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