I fatti delittuosi, accaduti in Villarosa (EN), venivano conosciuti dai militari dell’Arma dei Carabinieri di quel Comando Stazione allorquando la parte offesa produceva atto di denuncia–querela in cui riferiva di essere rimasta vittima di un raggiro attuato in proprio danno attraverso l’espediente dell’incidente stradale occorso al proprio figlio che, resosi responsabile dell’investimento, con conseguente ferimento e gravi lesioni personali, di una giovane donna in stato interessante, rischiava l’imminente arresto da parte delle Forze dell’Ordine, così come prospettatole anche da un sedicente appartenente all’Arma dei Carabinieri.
Al fine di scongiurare l’attuazione della misura cautelare in danno del proprio congiunto l’anziana signora si determinava a consegnare all’incaricata la somma di contante di 600 euro e gli oggetti preziosi custoditi in casa.
Le iniziali investigazioni sul caso permettevano ai carabinieri operanti di acquisire utili informazioni sull’accaduto individuando il presunto veicolo utilizzato per commettere il reato.
Le ricerche dell’autovettura, ovvero un veicolo preso a noleggio, venivano subito estese ai vari Uffici territorialmente competenti, ma con esiti inizialmente negativi, per tali ragioni le ricerche venivano estese, per il tramite dei Centri Operativi Autostradali di Lamezia Terme e Sala Consilina, anche alle pattuglie della Polizia Stradale impegnate sull’arteria dell’A/2 Autostrada del Mediterraneo.
Tale monitoraggio consentiva, ai componenti delle unità operative della Polizia Stradale di Sala Consilina, di individuare il suddetto veicolo all’altezza dallo svincolo dell’A/2 Autostrada del Mediterraneo di Padula–Buonabitacolo.
A bordo del veicolo venivano identificati due soggetti E.E. classe 1978 e L.R. classe 1993, persone gravate da pregiudizi di Polizia, che venivano sottoposti a perquisizione personale. All’esito di tale attività venivano ritrovati in possesso di un ingente quantitativo di denaro e di svariati gioielli.
Le successive attività di indagine consentivano agli inquirenti di attribuire parte dei monili rinvenuti proprio alla persona offesa.
A conclusione delle attività, viste le risultanze investigative acquisite, le due persone venivano deferite, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro.
Nel rispetto della vigente normativa in tema di comunicazione istituzionale, si evidenzia che gli addebiti provvisori, contestati nell’attuale fase delle indagini preliminari, dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio.
La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.