Regolamento Macchine 2023/1230: quali sono le novità più importanti secondo l’esperto Claudio Delaini

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Regolamento Macchine 2023/1230, la normativa dell’Unione Europea sulle nuove sfide tecnologiche

Il Regolamento Macchine 2023/1230 è la nuova normativa dell’Unione Europea che sostituisce la vecchia direttiva macchine, mirata ad adattarsi alle esigenze di mercato, nate anche dal diffuso utilizzo delle tecnologie emergenti. Sebbene sia già entrato in vigore il 29 giugno 2023, dopo la firma dei Presidenti del Parlamento Europeo e del Consiglio, il regolamento diventerà obbligatorio solo dal 20 gennaio 2027.

Data la complessità dell’argomento, abbiamo chiesto maggiori delucidazioni dall’Ing. Claudio Delaini, esperto in Certificazioni CE, che ci ha aiutato a comprendere meglio l’analisi di contesto che ha reso necessaria la redazione del nuovo Regolamento Macchine. Per chi desiderasse maggiori dettagli in merito, Claudio Delaini analizza il nuovo regolamento macchine sul suo blog, nel quale esamina in modo completo tutte le novità.

Un mondo sempre più interconnesso

Il nuovo Regolamento Macchine dell’Unione Europea, introdotto 20 anni dopo la versione precedente, arriva in un momento cruciale per le imprese, che si trovano ad affrontare sfide legate alla sicurezza sempre più complesse, in un mondo sempre più interconnesso.

Con l’avanzamento della tecnologia e l’emergere dell’intelligenza artificiale, si concentra su temi come l’Internet of Things, lo smart manufacturing, la sicurezza informatica e la gestione dei rischi associati all’intelligenza artificiale, argomento scottante al quale si è dedicata in prima persona l’Unione Europea.

L’obiettivo principale, ci spiega l’Ing. Claudio Delaini, è migliorare la sicurezza, facilitare l’adozione di nuove tecnologie e garantire una normativa più chiara e coerente nel settore delle macchine.

Perché una normativa e non una direttiva?

Al fine di rendere la normativa più chiara e coerente a livello europeo, il legislatore ha scelto di utilizzare un regolamento, invece di una direttiva, per garantire un’applicazione uniforme e immediata in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.

La ragione di questa scelta, ci racconta l’Ing. Claudio Delaini, risiede nel fatto che, mentre le direttive richiedono che ogni Stato le recepisca e le trasformi in leggi nazionali, permettendo modifiche che possono creare discrepanze tra i Paesi, i regolamenti entrano in vigore direttamente senza necessità di adattamento locale, assicurando coerenza e simultaneità nell’attuazione.

Il focus sui software

La vecchia direttiva, lo abbiamo già detto, era vecchia di 20 anni, il che significa che era stata pensata per un mondo molto diverso da quello di oggi, molto più dinamico, imperniato sull’informatica, l’internet delle cose e l’intelligenza artificiale.

Il nuovo Regolamento Macchine, stavolta, affronta ampiamente il tema dei software, che nella precedente direttiva era stato fortemente trascurato. Adesso, infatti, i software vengono inclusi nella definizione di componenti di sicurezza, sia fisici che digitali.

Di conseguenza, quando un operatore economico introduce una modifica al software o implementa un nuovo modulo, è soggetto agli stessi obblighi dei componenti di sicurezza, inclusa la valutazione di conformità e la marcatura CE. Questo colma una lacuna della vecchia Direttiva Macchine, dove i software erano poco considerati, nonostante oggi gestiscano molte funzioni di sicurezza.

Il Regolamento impone anche l’inclusione del codice sorgente e della logica programmabile del software nel fascicolo tecnico (che può essere anche in formato digitale), rafforzando l’obbligo di protezione contro minacce informatiche e corruzione intenzionale o accidentale.

La direttiva, inoltre, sottolinea ripetutamente l’importanza della sicurezza informatica, facendo riferimento alle normative esistenti su questo tema, che continuano ad evolversi: “il fabbricante è obbligato a progettare il collegamento della macchina con altri dispositivi in maniera tale che qualunque input proveniente dall’esterno possa essere bloccato” – ci spiega l’Ing. Claudio Delaini – “e che la macchina, sia a livello software che a livello hardware, sia adeguatamente protetta contro la corruzione accidentale o intenzionale.”

A tal proposito, diviene ora obbligatorio, come già prassi consolidata tra i costruttori, mantenere uno storage che registri gli interventi hardware e software sul macchinario e consenta di rilevare eventuali operazioni illegittime.

Non solo, i software che rientrano nelle funzioni e nei componenti di sicurezza, e che utilizzano l’intelligenza artificiale, sono considerati ad alto rischio e per questo motivo devono conformarsi anche ai requisiti essenziali di salute e sicurezza del Regolamento sull’Intelligenza Artificiale (AI Act).

Conclusioni:

Negli ultimi anni, il mondo è cambiato rapidamente: siamo tutti interconnessi, e dati e informazioni circolano globalmente in tempo reale, creando nuove e importanti sfide per la sicurezza.

Le macchine sono sempre più integrate nella rete, utilizzano tecnologie avanzate, come l’Internet delle cose (IoT), l’intelligenza artificiale e l’automazione, per migliorare l’efficienza, la flessibilità e la qualità nei processi produttivi.

Ma il fatto che le macchine siano sempre più collegate e comunicanti, ne aumenta anche la vulnerabilità, come dimostrano i frequenti attacchi informatici, dei quali raccontiamo spesso anche sul nostro quotidiano.

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