“È intollerabile la polemica aperta contro i vescovi, che hanno soltanto evidenziato i pericoli di questa riforma”, ha dichiarato il governatore. De Luca ha ricordato la manifestazione di febbraio a Roma, che vide la partecipazione di 500 sindaci e 5000 manifestanti, ribadendo che continuerà la sua battaglia contro il provvedimento.
Secondo De Luca, l’autonomia differenziata permetterebbe alle regioni del Nord di stipulare contratti integrativi regionali per il personale sanitario, penalizzando le regioni del Sud e mettendo a rischio l’efficacia dei servizi pubblici essenziali. “La sanità del Sud è condannata a morire, e lo stesso potrebbe accadere anche per la scuola”, ha aggiunto. Il governatore ha sottolineato che la legge prevede l’implementazione dell’autonomia senza oneri aggiuntivi per lo Stato, rendendo difficoltosa la garanzia dei livelli essenziali di prestazione.
De Luca ha poi lanciato una sfida di efficienza amministrativa alle regioni del Nord, affermando che il Sud è pronto a dimostrare la propria trasparenza e concretezza operativa, smantellando la narrativa che lo dipinge come inefficiente e parassitario